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Questa mattina a Roma i sindacati hanno reso pubblica la proposta per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore chimico-farmaceutico. Il settore è un pilastro dell'economia italiana, con un alto livello di innovazione e competitività internazionale. Nonostante le difficoltà economiche globali, l'industria chimica italiana resta strategica e rilevante a livello europeo.
La richiesta salariale avanzata dai sindacati è di 305 euro complessivi per il livello D1, considerando l'anticipo di sei mesi delle tranche contrattuali nel 2024 per recuperare l'inflazione degli ultimi anni. Il contratto attuale scadrà il 30 giugno.
I punti chiave della proposta
Tra le priorità della piattaforma ci sono relazioni industriali, formazione continua e sicurezza sul lavoro. Il modello contrattuale del settore è consolidato, ma deve adattarsi alle nuove sfide.
- Formazione e occupazione: il 96% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato, ma i sindacati chiedono più tutele per chi ha contratti atipici e un impegno per una "buona occupazione".
- Competenze digitali e green: le trasformazioni tecnologiche ed ecologiche stanno cambiando le figure professionali. Serve un piano per aggiornare le competenze dei lavoratori.
- Intelligenza artificiale: può creare nuove opportunità, ma pone anche problemi etici e di privacy. I sindacati chiedono garanzie per i lavoratori.
- Salute e sicurezza: si propone un rafforzamento della partecipazione dei lavoratori nella gestione della sicurezza in azienda, più formazione e incontri annuali sul tema.
- Contrasto alla violenza: si richiedono misure concrete per prevenire e contrastare ogni forma di violenza sul luogo di lavoro.
- Riduzione dell’orario di lavoro: l’uso delle tecnologie digitali e dello smart working può favorire un migliore equilibrio tra vita e lavoro.
- Welfare contrattuale: il sistema attuale è solido, ma servono aggiornamenti per rispondere alle nuove esigenze.
Il commento dei sindacati
Le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil sottolineano che, a differenza del rinnovo del 2022, il contesto economico attuale è più difficile a causa dell’aumento dei costi energetici e della concorrenza asiatica. Tuttavia, il settore chimico e farmaceutico italiano resta leader in Europa e va tutelato. La proposta sarà ora discussa nelle assemblee nei luoghi di lavoro e il 31 marzo si arriverà alla decisione finale.