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E pensare che i lavoratori del settore fino a poco tempo fa erano considerati essenziali. Mesi di responsabilità e di rischio, con il contagio che correva velocemente e poche persone in prima linea per il bene di tutti. Una parentesi presto dimenticata per i dipendenti del pastificio Di Martino che si ritrovano, come se non fosse successo nulla, al punto di partenza, alle rivendicazioni che da anni pongono all'azienda senza essere ascoltati. E tutto, comprese le vertenze, torna lentamente alla normalità. E così, a questi addetti non resta che incrociare le braccia per il secondo giorno consecutivo. restando fuori dallo stabilimento di Pastorano, provincia di Caserta. La protesta, indetta dalla Flai Cgil del territorio, è iniziata ieri prevede un totale di otto ore di sciopero.
“Ormai da mesi - spiega Igor Prata, segretario generale della Flai Cgil Caserta - abbiamo avviato un serrato confronto con il Pastificio di Martino su straordinari, turnazioni, livelli di inquadramenti e accordo integrativo di II livello. Temi fondamentali per una giusta organizzazione del lavoro e, soprattutto nel caso dei lavoratori impegnati da soli sulle linee produttive, per la tutela della salute e sicurezza. Nonostante tutti i nostri sforzi, volti ad un confronto costruttivo e una risoluzione positiva, è risultato impossibile arrivare ad una soluzione sulle problematiche sollevate dalla nostra organizzazione sindacale e dalle Rsu”.
“Da un marchio come Di Martino ci attendiamo risposte all’altezza della sua immagine e del proprio ruolo sul mercato - continua Prata - non è possibile sottrarsi alla trattativa ed evitare risposte su questioni annose e dirimenti. Occorre rispetto per i lavoratori, per il ruolo delle Rsu e per le relazioni sindacali. Ci saremmo aspettati dall’azienda l’osservanza del contratto nazionale di riferimento, che deve essere applicato in ogni suo aspetto. La scelta di ricorrere allo sciopero rappresenta un chiaro segnale per l’azienda: auspichiamo che il Pastificio Di Martino torni sui suoi passi e al tavolo delle trattative, nel suo interesse e di quello dei suoi dipendenti”.