PHOTO
La notizia ha cominciato a circolare domenica, in modo informale, ma è diventata presto sicura, inequivocabile: il Carrefour di Camerano, nella zona industriale di Ancona, chiuderà i battenti il 31 marzo. Le intenzioni dell’azienda sono chiare e sono state ribadite nel corso dell’incontro che si è tenuto questa mattina tra la direzione e le parti sindacali: nell’arco, brevissimo, di 29 giorni il negozio non ci sarà più e 89 persone, di cui 73 sono donne, si ritroveranno senza lavoro.
“Il punto vendita aveva delle difficoltà, ma non tali da giustificare una decisione del genere – spiega Carlo Cotichelli, segretario della Filcams Cgil di Ancona – soprattutto con tempistiche disumane come queste”. L’idea dell’azienda è procedere immediatamente con i licenziamenti il 31 marzo. “Noi abbiamo chiesto di fermare tutto, aprire una cassa integrazione per cessazione di attività, quindi di lungo respiro – prosegue Cotichelli – coinvolgendo il Ministero e la Regione, che ci ha confermato la convocazione di un incontro per la prossima settimana. E poi ragionare di ricollocazioni”.
“Le proposte di ridurre l’impatto sociale di questa operazione sembrerebbero per ora limitate agli incentivi ed alla risoluzione consensuale che in virtù delle nuove misure emanate per l’emergenza sanitaria, dà diritto a 24 mesi di Naspi – si legge nel comunicato unitario diffuso da Filcams, Fisascat e Uiltucs - che non costituiranno però il viatico per la pensione perché i lavoratori dell’iper cameranese hanno una età media di 48,5 anni, troppo pochi quindi per raggiungere i requisiti minimi di legge”.
Carrefour sta mostrando di disattendere il contratto integrativo vigente, nel quale “l’azienda si impegna ad una complessiva salvaguardia dei livelli occupazionali e al mantenimento del perimetro aziendale”, oltre ad assicurare un confronto periodico con le organizzazioni sindacali per monitorare la qualità dell’occupazione in azienda. E lo fa con quella che dichiara essere una decisione dell’ultimo minuto, ma la disdetta dell’affitto dei locali, nota il segretario Filcams di Ancona, parla di un’azione meno repentina.
La preoccupazione della Filcams è che il nuovo amministratore delegato della società si stia muovendo in continuità con il suo predecessore, ma secondo un piano commerciale che insiste sempre di più sulla linea delle cessioni e delle chiusure dei punti vendita. Non sembrano esserci comunque soggetti interessati all’acquisizione del negozio di Camerano, una struttura grande, circondata da una folta rappresentanza di competitor del settore. E il trasferimento dei dipendenti in altri punti vendita non si profila semplice, perché richiederebbe lo spostamento dei lavoratori in altre regioni, una prospettiva disagevole considerata l’età media degli addetti.
Il prossimo confronto con l’azienda è in calendario per l’11 marzo: l’assemblea dei lavoratori che si è riunita dopo l’incontro di oggi ha deciso di sostenere la trattativa scioperando per l’intero turno di lavoro, “riservandosi ulteriori forme di protesta laddove l’azienda mantenesse inalterate le posizioni espresse oggi al tavolo della trattativa”.