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Una tappa importante, ma non certo risolutiva, per cercare di risolvere i problemi - annosi. va detto - che affliggono un “segmento” così importante dell’istruzione: quello del sostegno. Ieri (6 novembre) la Flc Cgil e il Comitato dei docenti di sostegno hanno finalmente incontrato il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Stabilizzare i precari
In agenda il tema cruciale della stabilizzazione dell’enorme quantità dei precari (ormai a quota 200 mila) che, nell’incertezza riguardo al proprio futuro, continuano a svolgere una funzione fondamentale per una scuola inclusiva.
Una situazione insostenibile per lavoratrici e lavoratori, ma anche per le famiglie che vivono nell’incertezza di una continuità didattica molto difficile da garantire in queste condizioni. Questo nonostante le scelte populistiche del ministro che lo scorso anno ha dato la possibilità alle famiglie stesse e ai dirigenti di pronunciarsi sul gradimento, e quindi sulla conferma, dell’insegnante supplente sui posti in deroga, scardinando così il meccanismo trasparente delle graduatorie.
Incontro interlocutorio con Valditara
“L’incontro è stato importante ma interlocutorio - spiega Manuela Pascarella, della Flc Cgil -. Abbiamo detto chiaramente al ministro che sul sostegno bisogna fare interventi incisivi perché siamo in piena emergenza”. In particolare, aggiunge la dirigente sindacale, “abbiamo messo sul tavolo il tema dei precari, ormai a quota 200 mila, e insieme la questione dei posti in deroga che sono ben 100 mila. Vanno portati in organico di diritto, in modo tale da poter procedere alle assunzioni a tempo indeterminato visto che i posti ci sono".
Come ricorda in una nota il Comitato dei docenti di sostegno l’incontro è “ il risultato della mobilitazione su scala nazionale di numerosi comitati di docenti specializzati e specializzandi per le attività di sostegno supportati dalla Flc Cgil, iniziata a marzo: ben cinque iniziative al ministero sono state organizzate tra presidi e flashmob”. Questa mobilitazione ha registrato una prima vittoria: la proroga delle assunzioni da graduatorie di prima fascia su posti residuali da concorso fino al 2025.
Il costo e la qualità della formazione
Da ieri dunque è aperto un tavolo tecnico al ministero. Sul piatto anche un altro tema cruciale che si incrocia con quello della precarietà: il nodo del costo e della qualità della formazione. Tra le proposte di comitato e sindacato anche quella di una formazione calmierata su base Isee.
E poi c’è il tema, come si diceva, della qualità della formazione. Come è noto sui titoli di specializzazione - e non solo per quanto riguarda il sostegno - si è scatenato un vero e proprio mercato. Chi ha acquisito titoli all’estero, molto costosi e generalmente scadenti, è stato inserito a pettine nelle graduatorie, danneggiando così chi ha invece conseguito una specializzazione seria.
“Quello della qualità della formazione - osserva Pascarella - è un tema importantissimo e il suo scadimento è un danno enorme per la scuola e per chi invece si è preparato con grande serietà”.
Il caso Indire
Questi titoli, tra l’altro, sono in attesa di un riconoscimento che non è ancora mai arrivato. Il compito è stato affidato con un finanziamento di 4 milioni e mezzo di euro al Cimea (il Centro di informazione sulla mobilità e le equivalenze accademiche), perché il ministero sosteneva di non essere in grado di sbrigare la gran mole di istanze, circa 12 mila. "Ma a oggi dfa quello che sappiamo non è stato fatto nulla, mentre il governo sembra voler procede a una sorta di sanatoria chiamando in causa anche Indire. Indire, tuttavia, non ha né il personale né le competenze per svolgere questo ruolo e quindi probabilmente si rivolgerà alle università con accordi di partenariato per fornire i 30 cfu necessari”.
In cambio, aggiunge la sindacalista della Flc Cgil, “i docenti dovranno rinunciare al contenzioso per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero. Come dicevo, si tratta di una sanatoria a danno di tanti specializzati e di un vero e proprio business, dietro al quale ancora una volta si scorgono le università telematiche”. Il tutto, ovviamente, a costo zero.
Insomma, “l'incontro è stato una tappa importante nel perseguire un obiettivo alto: ottenere un cambiamento nelle politiche dell’attuale governo, per la piena inclusione scolastica e la valorizzazione dei docenti specializzati in Italia per le attività di sostegno”, spiegano al Comitato. “Il confronto si è aperto e questo è un bene - conclude Pascarella -. Ora aspettiamo di vedere cosa di quanto abbiamo detto verrà raccolto”.