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“La casa circondariale di Taranto è sempre più un luogo in cui non solo si perde di vista il percorso riabilitativo delle donne e degli uomini privati della loro libertà perché protagonisti o sospettati di reati, ma anche un luogo di lavoro diventato insicuro e rischioso per il personale interno”. Così Mimmo Sardelli, segretario generale della Fp Cgil provinciale, che denuncia la gravissima aggressione subita questa mattina, 15 aprile, intorno alle 10.00, da un ispettore della Polizia Penitenziaria.
“Quel personale è sfiduciato, non crede più che il cambiamento sia possibile e quindi non è neanche più disposto a denunciare in prima persona”, ha commentato Sardelli. Da una prima sommaria ricostruzione, sembra che il detenuto con gravi problemi psichiatrici abbia sferrato un pugno in pieno volto all’ispettore.
Il carcere di Taranto continua a essere una polveriera e al sovraffollamento (931 detenuti su 500 previsti da capienza massima – dati del Procuratore Generale della Corte d’Appello di Lecce – 2025) vi è il collasso di un sistema organizzativo che non tiene conto di chi in quel carcere non dovrebbe proprio stare, come nel caso dei numerosi detenuti con gravi problemi di infermità mentale, bisognosi di cure adeguate, ma anche potenzialmente pericolosi per se stessi e per gli altri.
Il detenuto che questa mattina ha aggredito l’ispettore aveva chiesto più volte di essere trasferito e di fronte all’ennesimo ritardo ha pensato bene di sfogare la sua rabbia verso quell’uomo in divisa che vede quotidianamente. Lo stesso detenuto avrebbe poi dichiarato che l’unica maniera per andar via da Taranto poteva essere quella di picchiare un agente.
“Si tratta dell’ultima aggressione all’interno del Magli di Taranto – dice ancora il segretario della Fp Cgil – considerato che solo una settimana fa avevamo dovuto registrare un altro atto di brutalità nei confronti di un altro agente a cui un detenuto aveva addirittura fratturato una mano. Ci chiediamo cosa serva ancora per assumere la responsabilità di incidere sul cambiamento di una situazione ormai diventata incontrollabile – termina Sardelli – considerato che puntualmente esponenti del Governo non perdono occasione per visitare il Carcere di Taranto e promettere sfollamenti o alleggerimenti. Utopia che al momento pagano sulla loro pelle agenti, ospiti e lavoratori di un luogo sempre più disumano”.