“Non usciamo soddisfatti dal tavolo con i ministri Lollobrigida e Calderone”, dichiara Davide Fiatti, segreteria nazionale Flai Cgil. L’incontro era stato convocato su richiesta delle organizzazioni sindacali all’indomani della morte del bracciante indiano a Latina.

“La morte di Satnam Singh, abbandonato davanti a casa in fin di vita dopo che un macchinario gli aveva amputato un braccio, ha suscitato un moto di indignazione nell’intero Paese – aggiunge Fiatti –. Apprezziamo la convocazione da parte del governo, che evidentemente ha riconosciuto l’esistenza di una situazione di estrema gravità”.

Cancellare la Bossi-Fini

“Al tempo stesso dal summit sono arrivate perlopiù promesse: un aumento dei controlli anche incrociando le banche dati, un aumento del numero degli ispettori per le rilevazioni ‘sul campo’. Bene –commenta Fiatti –, ma se insieme non si affronta il problema alla radice cancellando leggi come la Bossi-Fini, si andrà poco lontano”.

Per la Flai Cgil “non basta una modifica della Bossi-Fini. Fin quando resteranno in piedi i capisaldi della legge, compreso il cosiddetto ‘decreto flussi’, che si sta dimostrando insufficiente e addirittura dannoso, troppe lavoratrici e lavoratori continueranno a essere invisibili, con il permesso di soggiorno sempre a rischio, facile preda di caporali e imprenditori senza scrupoli”.

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Superare i ghetti

“Per giunta non è stato preso alcun impegno sui fondi del Pnrr stanziati per il superamento di quella autentica vergogna che sono gli ‘insediamenti informali’, veri e propri ghetti dove migliaia e migliaia di migranti sopravvivono in condizioni miserevoli, indegne di un paese civile. Si può e si deve fare di più – conclude Fiatti – superando anche l’approccio securitario che contraddistingue l’azione del governo Meloni. Chiediamo una reale legalità e sicurezza sul lavoro, chiediamo integrazione, anche per questo il 22 giugno saremo in piazza a Latina”.