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Ricordate Rosarno? Ricordate Borgo Mezzanone e i ghetti della Capitanata, o quelli nell’Agro Pontino? Lì uomini e donne trovano – sì, ancora trovano – rifugio dopo le lunghe ore di lavoro nei campi, in condizioni che con la dignità non hanno nulla a che spartire. Lì vengono reclutati dai caporali che a volte si fanno anche pagare per un posto letto che di letto non ha nulla.
I soldi ci sono, forse c’erano?
La Missione 5 del Pnrr, quella che prevede gli interventi di inclusione e coesione, stanziò 200 milioni di euro per il superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli. Come ogni progetto del Piano europeo anche questo aveva e ha tempi rigidamente definiti per la realizzazione. Il 29 marzo del 2022 l’allora ministro del Lavoro Andrea Orlando firmò il decreto ministeriale 55 che stabilisce la ripartizione di quei fondi destinati alle amministrazioni locali per il superamento dei ghetti.
Il legame tra il Pnrr e il Piano di contrasto al caporalato
Il decreto 55 vide la luce perché nel frattempo Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, e ministero del Lavoro, proprio attraverso i tavoli per il contrasto al caporalato, avevano provveduto a un vero e proprio censimento degli insediamenti abusivi: ne furono individuati circa 150 nei quali trovano “ospitalità” almeno 10mila uomini e donne. E il decreto 55 del 29 marzo 22 assegnava le risorse ai 37 Comuni in 11 Regioni destinatari della misura, che aveva come obiettivo proprio il contrasto al caporalato attraverso la realizzazione di condizioni abitativi dignitose. “La Cgil e la Flai - afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale di Corso d’Italia - da quando il Pnrr ha previsto queste risorse per superare baraccopoli e insediamenti abusivi, hanno posto attenzione e hanno lanciato l’allarme sul loro effettivo utilizzo, per evitare che quelle risorse vengano utilizzate per altro come spesso accade”.
L’urgenza della cronaca
Tra i 37 Comuni assegnatari, ad esempio c’è proprio Latina a cui furono destinati oltre 4 milioni di euro. Che fine hanno fatto? Perché lì come negli altri 36 Comuni non sono arrivate? A inizio 2023, a Latina come negli altri territori, fu redatto e approvato il Piano di azione locale, lo strumento necessario a trasformare quei soldi in un progetto concreto. Poi il nulla, è passato un anno e mezzo e di quei soldi non se ne è saputo niente. Eppure entro giugno del 2023 andavano firmati gli accordi per il via libera ai piani e distribuite le risorse. La legge prevede, infatti, che i piani debbono essere realizzati al 90% entro il 2025; se così non sarà quelle risorse verranno destinate ad altro. Invece da febbraio 2023 il governo sembra essersi dimenticato di questi Fondi e di questo piano.
Le richieste cadute nel vuoto
Eppure i sindaci, in ben due incontri plenari dell’Anci, hanno ribadito e sottolineato la volontà di metter mano alla riqualificazione dei “ghetti”, ma dalle parti di Palazzo Chigi tutto tace. Fino a marzo scorso, quando con il decreto Pnrr quater si è provveduto – per l’ennesima volta e anche in questo caso la voglia di accentrare ha prevalso – a commissariare questo filone di interventi, ma per arrivare alla nomina del commissario si è dovuto attendere lo scorso 4 giugno. La nomina di commissario contro il caporalato è arrivata all’ex prefetto proprio di Latina, Maurizio Falco. A un mese di distanza giunge notizia che per il prossimo 15 luglio è convocata una cabina di regia negli uffici del ministro Fitto, con la ministra del Lavoro Calderone e quello dell’Interno Piantedosi, insieme al commissario straordinario Falco.
Mentre di caporalato di muore
Nel frattempo nell’Agro Pontino è stato ucciso Satnam Singh, abbandonato quasi esangue davanti alla sua pseudo abitazione, dal figlio di quell’imprenditore sottoposto a indagine da anni proprio per caporalato. E in queste ore è arrivata la notizia che Antonello Lovalto, titolare dell'azienda in cui lavorava Satnam Singh è stato posto in custodia cautelare con l’accusa di omicidio colposo. Secondo la Procura di Latina, se solo fosse stato soccorso tempestivamente si sarebbe potuto salvare.
Occasione da non sprecare
Dei fondi e dei progetti per restituire un po’ di dignità a quegli uomini e quelle donne che, sfruttati nei campi, consentono a noi di trovare nei mercati frutta e verdura cosa succederà? Opere nemmeno approvate come faranno a esser realizzate entro il 2025? Per la segretaria della Cgil: “Superare quegli insediamenti informali è una questione di assoluta necessità e dignità: è utile per interrompere circuiti attraverso i quali si alimenta anche il caporalato che passa per offerta di servizi, dall’abitare al trasporto”.
Sindacato inascoltato
Questo governo non spreca occasione per disattendere le indicazioni europee: secondo Bruxelles le parti sociali devono essere coinvolte nella implementazione del Piano. Per questo Gabrielli sottolinea: “Le nostre preoccupazioni le abbiamo denunciate anche in occasione della presentazione dell’ultimo decreto sul Pnrr. L’attuazione di queste misure è qualificante per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che deve proprio assumere questo carattere di concretezza, soprattutto in relazione al Piano di contrasto al caporalato, al sommerso e allo sfruttamento lavorativo. Gli interventi previsti dalla Missione 5 – conclude la dirigente sindacale - vanno semmai ampliati, certo non svuotati di efficacia. Il superamento di questi veri e propri ghetti è un elemento concreto, adesso va posta la massima attenzione perché queste risorse siano destinate e spese entro i tempi stabiliti e vincolanti”.