Nelle costruzioni si continua a morire di lavoro. E i morti sono sempre più spesso lavoratori anziani. Il comparto dell’edilizia, anche in questi primi mesi del 2021 resta uno dei settori più a rischio, seguito dai lapidei. Secondo il monitoraggio indipendente della Fillea Cgil, sono stati 32 gli infortuni fatali nei primi due mesi dell’anno.
E' un dato in enorme crescita, tra l'altro: si tratta addirittura del 170% in più rispetto all’anno scorso, il doppio delle vittime registrate nel 2019. Nei cantieri italiani si muore soprattutto per caduta dall’alto (48%) o travolti da materiali (26%) Ma a preoccupare il sindacato c'è anche l’età dei lavoratori morti sul lavoro, sempre più avanti con gli anni: il 43% delle vittime è tra i 40 ed i 60 anni, il 43% over 60, di cui 3 ultrasettantenni.
Secondo i più recenti dati dell'Inail, tra l'altro, non si tratta di un fenomeno che riguarda esclusivamente l'edilizia, ma anche tutti gli altri settori economici. Complessivamente, le denunce di incidenti mortali nei primi due mesi del 2021 sono state 104. Per l'Istituto, esclusi i casi in itinere, i deceduti sono in aumento (da 76 a 85). E a morire, anche in questo caso. sono i lavoratori più attempati. Se nelle altre classi d'età emergono decrementi generalizzati, infatti, gli incidenti riguardano soprattutto le fasce 50-59 anni (36 morti) e 65-69 anni (7 morti).
In questo inizio di 2021, insomma, secondo l'Inali gli over-50 rappresentano quasi la metà del totale dei morti sul lavoro in Italia.