Le ultime lavatrici usciranno dallo stabilimento a fine giugno. Poi la produzione finirà per sempre, e sarà la fine di un’epoca. Questa la decisione comunicata lunedì 20 gennaio ai sindacati dalla Candy - nota azienda di elettrodomestici, nata nel 1945 e dal settembre 2018 di proprietà della cinese Haier - riguardante l’impianto di Brugherio (Monza).

L’annuncio è arrivato durante un incontro in Assolombarda tra management, Fiom Cgil e Fim Cisl: il 30 giugno cesseranno tutte le attività produttive del sito lombardo. Nel frattempo, il 17 gennaio l’azienda ha avviato una nuova procedura di riduzione del personale di 100 unità, in particolare 36 operai e 64 impiegati, mediante esodi incentivati e volontari. La precedente, realizzata nel 2024, aveva visto 93 uscite (74 impiegati e 19 operai).

Sindacati: “Garantire la continuità dell’occupazione”

“La decisione – scrivono Fiom Cgil e Fim Cisl – è stata maturata dall’azienda ‘alla luce dell’intervenuta finalizzazione del budget 2025, caratterizzato da un’ulteriore e importante riduzione dei volumi produttivi’ e nell’ambito di una ‘crisi di mercato sempre più critica’ che mette a forte rischio la sostenibilità del sito produttivo”.

L’unico spiraglio di luce, aggiungono le due sigle metalmeccaniche, è “l’annuncio di un piano industriale alternativo che s’incentrerà su un progetto di riconversione del sito già approvato dalla direzione aziendale”. Un piano, però, che “non prevede in alcun modo la possibilità di continuare l’attività produttiva attualmente in essere a Brugherio”.

Fiom Cgil e Fim Cisl, pur dicendosi contrari alla chiusura della produzione, si sono comunque rese disponibili “ad aprire subito un tavolo di confronto per l’analisi del progetto che verrà presentato in un incontro fissato per il 29 gennaio prossimo, al fine di garantire che sussistano le condizioni per una significativa continuità occupazionale”.

Candy: “Riconvertiremo lo stabilimento di Brugherio”

“L’obiettivo del piano – spiega l’azienda in una nota ufficiale – è il consolidamento delle capacità produttive in pochi siti strategici di grandi dimensioni e una revisione approfondita dei costi e dei processi, al fine di migliorare l’efficienza operativa e continuare a investire in innovazione e leadership di prodotto e brand”.

L’azienda sottolinea che “l'ultimo triennio ha registrato una significativa contrazione della domanda, accompagnata da una progressiva erosione dei margini. Tale situazione è stata ulteriormente aggravata dalle tensioni geopolitiche e dalle pressioni inflazionistiche, che hanno inciso negativamente sulla fiducia dei consumatori, rendendo necessaria l'adozione di misure strutturali”.

Il progetto annunciato ai sindacati è dunque un “piano di trasformazione del business che include la razionalizzazione della propria presenza produttiva in Europa”. Oltre alla cessazione delle attività produttive a Brugherio entro giugno, è prevista anche la chiusura dello stabilimento di Aricestii Rahtivani in Romania (aperto appena tre anni fa) entro marzo.

Riguardo Brugherio, l’azienda si è detta “consapevole delle conseguenze della propria decisione”, di conseguenza “ha informato i sindacati del proprio impegno verso un progetto di riconversione dello stabilimento – i cui dettagli saranno presentati successivamente – con l’obiettivo di garantire un’importante continuità occupazionale e preservare il ruolo strategico di Brugherio e dell’Italia”.

La Haier, in conclusione, ha voluto ribadire che nel nostro Paese “mantiene il centro direzionale europeo, insieme all’hub europeo per l’aftersales e i ricambi, il centro europeo di design (Milan Experience Design Center) e i laboratori ricerca e sviluppo per le linee di prodotto, con focus su IoT (ndr. internet delle cose, ossia il processo di connessione a internet di oggetti fisici di utilizzo quotidiano) e connettività”.