Trovato l’accordo per la gestione degli esuberi nello stabilimento Campari di Sesto San Giovanni (Milano). La richiesta iniziale era di 47, ma la trattativa (che si è conclusa il 5 marzo presso la sede di Unionfood) li ha poi fatti scendere a 26. I licenziamenti non riguarderanno gli addetti in produzione, bensì dirigenti, impiegati e quadri.

Sindacati: “Definite tutele per i lavoratori

“L’intesa – spiegano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – prevede misure di ricollocazione interna che hanno permesso la riduzione degli esuberi e che nei prossimi giorni potranno produrre ulteriori risultati positivi”. I criteri di gestione degli esuberi prevedono “accompagnamenti alla pensione, uscite incentivate, oltre che misure economiche di sostegno al reddito fra le più alte negoziate nel territorio e nel settore”.

Flai, Fai e Uila hanno infatti “definito con l’azienda una serie di tutele che permettono di ridurre gli impatti negativi di scelte aziendali che già nei precedenti incontri le rappresentanze avevano considerato errate”. L’accordo stabilisce anche “incontri periodici a livello aziendale per monitorare l’avanzamento del piano di riorganizzazione e sfruttare ulteriori opportunità di ricollocazione interna”.

Campari: “Massimo rispetto per i dipendenti”

“Esprimiamo una valutazione positiva riguardo all’accordo raggiunto con i rappresentanti dei lavoratori, con i quali manteniamo un rapporto di dialogo sociale costruttivo”. Così afferma il gruppo, commentando l’intesa: “L’accordo, che riafferma l’impegno dell’azienda a operare con il massimo rispetto e considerazione verso i dipendenti coinvolti, conferma gli obiettivi di stabilità e sostenibilità finanziaria complessiva di Campari group nel medio e lungo termine”.

La situazione dell’azienda

Nel 2024 Campari ha registrato ricavi netti per 3,07 miliardi, in aumento del 2,4 per cento organicamente e complessivamente del 5,2. L’utile di gruppo rettificato è stato pari a 376 milioni, in calo del 3,7 per cento, mentre l’utile netto è stato pari a 202 milioni, in ribasso del 39 per cento. Il dividendo proposto per l’esercizio è pari a 0,065 per azione, allineato all’anno precedente.

Il nuovo amministratore delegato Simon Hunt, nominato il 15 gennaio scorso, commentando il 4 marzo i dati dell’anno scorso ha dichiarato che il gruppo Campari “ha conseguito nuovamente risultati positivi e una sovraperformance rispetto ai competitor nel 2024, che è stato un anno sfidante in quanto segnato dagli effetti della volatilità macroeconomica e geopolitica”.

Hunt ha poi definito il 2025 “un periodo di transizione”, rimanendo però fiducioso “nel continuo mantenimento di una sovraperformance nel lungo termine, sfruttando la forza dei nostri marchi in categorie in crescita, gli investimenti effettuati finora, specialmente in route-to-market, sistemi e supply chain, l’unicità della cultura di Campari e il talento della nostra organizzazione”.