Dal 1 luglio all’interno della Procura e del Tribunale di Roma non si svolgono le attività di supporto della gestione dell’iter degli atti processual e sono oltre 20 posti di lavoro a rischio a causa di un cambio di appalto. A lanciare è la Cgil di Roma e Lazio, insieme alle categorie interessate Fiom e. Nidil. “Nel recente cambio appalto – spiega il sindacato – l’azienda aggiudicatrice sta continuando a proporre con forme sempre più pressanti alle lavoratrici e ai lavoratori un contratto nazionale più svantaggioso, rapporti di lavoro a tempo determinato, part-time e inquadramenti più bassi”.

Per questo motivo pende ora una procedura di licenziamento collettivo su 20 lavoratrici e lavoratori, dipendenti a tempo indeterminato, determinato e in somministrazione. “Senza arrendersi – si legge ancora nella nota – stanno conducendo una vera e propria battaglia di civiltà per vedersi riconosciuti il diritto alla continuità occupazionale, al salario e il giusto riconoscimento delle competenze acquisite in circa 25 anni di attività”.

“Troviamo inaccettabile – conclude la Cgil – che un ente pubblico come il ministero della Giustizia, in un settore così delicato, ricorra a gare al ribasso sui diritti normativi e retributivi delle persone, in una logica tutta economicistica dove le qualità professionali, la fedeltà allo Stato e lo spirito di servizio diventano elementi di cui non tenere conto nella maniera più assoluta. Continueremo a mobilitarci a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori affinché il dicastero intervenga a tutela della qualità delle condizioni di lavoro e del servizio”.