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A inizio novembre gli esuberi annunciati erano 129, il 10 dicembre è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo per 252 lavoratori (su complessivi 400 addetti). Si aggrava, dunque, la situazione del call center Callmat di Matera, travolto dal drastico ridimensionamento della commessa da parte di Tim. Una situazione esplosiva, che il 23 gennaio vedrà per la prima volta riunirsi il tavolo di crisi al ministero delle Imprese.
“Abbiamo la necessità di interloquire con Tim e valutare la possibilità di riqualificare il personale al fine di destinarlo ad altre mansioni”, ha spiegato l’assessore al Lavoro della Regione Basilicata Francesco Cupparo: “L’intervento del ministero è un passo avanti, ma la vertenza, soprattutto per l’elevato numero di posti di lavoro a rischio, richiede grande attenzione, nervi saldi, piena condivisione di strategia a livello istituzionale con sindacati e lavoratori”.
Callmat, sindacati: “Ingiustificabile l’atteggiamento di Tim”
“La crisi, determinata dal taglio dei volumi da parte del committente Tim, era stata preannunciata già in novembre”, spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl telecomunicazioni: “A tal fine si era già tenuto un incontro all’assessorato al Lavoro della Regione, al termine del quale era stato concordato l’impegno da parte regionale di chiedere a Tim di ripristinare i volumi per poter avviare un confronto tra le parti e verificare le possibili soluzioni della vertenza”.
L’apertura della procedura di licenziamento collettivo, però, ha fatto precipitare la situazione. “È urgente accelerare il confronto, chiamando alla responsabilità tutte le parti in causa”, aggiungono i sindacati: “A partire da Tim, per ciò che attiene all’ingiustificabile e unilaterale decisione di ritiro dei volumi, legata solo a una logica di taglio dei costi che rischia di avere conseguenze pesanti su 400 famiglie lucane”.
I sindacati rilevano anche che “Callmat non può sottrarsi alla necessità di attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali al fine di garantire un minimo di protezione alle maestranze coinvolte”, sollecitando nel contempo la Regione Basilicata “a svolgere un importante ruolo di mediazione”.
Le speranze dei 400 lavoratori di Matera, dunque, sono ormai legate all’incontro ministeriale del 23 gennaio. “Per quanto ci riguarda – concludono i sindacati – abbiamo immediatamente dichiarato lo stato di agitazione e aperto un percorso di mobilitazione che ci vedrà impegnati fino in fondo a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori di Callmat”.