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La compagnia aerea Ita intende internalizzare il proprio servizio di call center, lasciando per strada 543 operatori ex Covisian. Ne danno notizia i sindacati delle comunicazioni Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil in una nota unitaria. I sindacati si dicono “sgomenti” per quanto avvenuto oggi al ministero del Lavoro, al tavolo di crisi per il call center della compagnia pubblica Ita. “Oggi – spiegano - un'azienda a totale controllo pubblico, Ita, ha inteso sfregiare il governo italiano annunciando a riunione iniziata che non si sarebbe presentata e che starebbe internalizzando il servizio procedendo ad effettuare assunzioni ex novo e ricollocazioni di personale ex Alitalia, a fronte della decisione di Covisian di non onorare più l'accordo sottoscritto pochi mesi fa, che avrebbe dovuto garantire la continuità occupazionale per 543 lavoratrici e lavoratori”.
Per le federazioni del settore “tutto questo è semplicemente vergognoso. Un simile atto mette in discussione non solo la serietà dei tavoli governativi, ma la sussistenza di tutto il settore dei customer care”. Il sindacato confederale “non lascerà sole queste 543 famiglie – annunciano le organizzazioni –. Per loro e per difendere anche l'onore delle istituzioni. Ora inizia una vertenza dura, difficile, ma non lasceremo un solo centimetro di spazio all'arroganza di Ita e alla irresponsabilità di Covisian. Aspettiamo anche di conoscere le azioni che il governo ed il ministro Orlando vorranno adottare in questa pericolosa deriva autoritaria messa in atto da un'azienda pubblica che può travolgere l'intero settore dei call center procurando decine di migliaia di esuberi”, concludono Slc, Fistel e Uilcom.