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45, 46, sono numeri che, con una punta di incredulità, appaiono ormai spesso sul cruscotto dell’auto per indicare la temperatura. L’estate brucia e il pensiero corre alle lavoratrici e ai lavoratori. Le strutture della Cgil da settimane stanno lottando in tutti i territori per ottenere ordinanze che fermino i cantieri e i lavori all’esterno nelle ore più calde. E da Roma arriva, puntualmente denunciata dalla Cgil, una storia che fa riflettere.
Lo scenario è il Bioparco, il mitico zoo della Capitale, cuore che batte dentro alla splendida Villa Borghese, meta di romani, bambini e turisti da ogni angolo del mondo. Proprio in questi ultimi giorni l’Ufficio stampa della struttura si è segnalato, più volte, per la diffusione di numerosi comunicati sulla distribuzione agli animali che ci vivono di frutta fresca e ghiaccio. “Un’attenzione al loro benessere – si legge nella nota della Cgil capitolina – che ci fa davvero piacere come tratto di civiltà. Peccato che altrettanta attenzione non sia dedicata al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Il 29 luglio, infatti, una lavoratrice del Bioparco è stata colta da un malore per il gran caldo, è svenuta e per la gravità della situazione è dovuto intervenire il 118. Tutto questo è accaduto, secondo l’accusa del sindacato, “perché le lavoratrici e i lavoratori del Bioparco non hanno alcuna possibilità di avere un punto di ristoro rispetto al clima e di usufruire di pause nelle ore più calde. Devono accogliere i visitatori in gabbiotti di ferro nei quali la temperatura sale a limiti insopportabili in assenza di un sistema di condizionamento adeguato”.
“Solo dopo che la denuncia della Fp Cgil di Roma e del Lazio è uscita sugli organi di stampa la Fondazione del Bioparco ha concesso l’utilizzo di condizionatori. Del resto l’ente sta dimostrando un totale disinteresse per le condizioni di lavoratrici e lavoratori degli appalti, a cui non è stata pagata neppure la quattordicesima. Gli addetti stanno vivendo nella totale incertezza del futuro, soprattutto a causa di una gara d’appalto nella quale l’unico obiettivo è risparmiare e fare cassa sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Non si può sempre aspettare che accada qualcosa e che arrivino le nostre denunce per agire – ha detto Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio –. La tutela della salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori passa per la prevenzione. Da settimane nella Capitale e in gran parte del Lazio è bollino rosso per le alte temperature. Non c’è tempo da perdere, la Regione Lazio estenda l’ordinanza contro il caldo e il Comune di Roma adotti provvedimenti a tutela della salute pubblica e dia indicazioni alle sue società”.