Un uomo di 70 anni è morto nel pomeriggio di ieri, 9 ottobre, in seguito a una caduta da un'impalcatura mentre stava facendo lavori in un'abitazione a Sant'Antonio di Salsomaggiore, provincia di Parma. A darne notizia è l’Ansa. Con lui, ha scritto la Gazzetta di Parma, ci sarebbe stata un'altra persona che ha chiamato il 118, intervenuto con ambulanza e auto medica. Per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Salsomaggiore e il personale della Medicina del lavoro, per ricostruire la dinamica dei fatti. 

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil: “Assurdo lavorare su un’impalcatura a 70 anni”

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil esprimono il loro cordoglio alla famiglia del lavoratore e vicinanza ai colleghi. “Saranno le autorità competenti a effettuare le dovute verifiche sull’accaduto, purtroppo per l’ennesima volta ci troviamo però a richiamare l’attenzione sul tema degli infortuni. La cultura della salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare una priorità, per tutte le istituzioni e gli attori economici”.

“Il settore edile è notoriamente uno dei settori più pericolosi e in particolare le cadute dall’alto sono una delle cause di infortunio più frequenti. L'episodio di ieri evidenzia l’assurdità di una persona di ben 70 anni costretta a continuare la propria attività lavorativa in un settore ad alto rischio e svolgendo attività che di per sè, anche laddove fossero rispettate tutte le norme di salute e sicurezza, rimangono comunque ad alto rischio. Purtroppo, le norme esistenti in materia pensionistica costringono molti lavoratori a rimanere in attività a causa dell’impossibilità di ottenere una pensione dignitosa, acuita dal fatto che nel settore il fenomeno dell’irregolarità delle aziende e del lavoro nero peggiora e comunque posticipa l’accesso a un trattamento pensionistico sufficiente”.

“La patente a crediti introdotta a decorrere dal 1° ottobre è sì una misura per tentare di arginare il fenomeno, ma rimane uno strumento con luci e ombre, basti pensare che in caso di infortunio mortale vengono decurtati solo 20 punti, su una media di 70-80 che un’azienda potrebbe raggiungere come massimo. Questo decesso, per il quale non possiamo che attendere gli esiti delle indagini che verranno effettuate, si aggiunge purtroppo alla triste lista dei numerosi infortuni mortali che non accennano a diminuire e purtroppo conferma che ancora non viene fatto abbastanza. In questi anni – si conclude la nota – abbiamo assistito a una vera e propria strage civile, troppe famiglie private dei loro cari. Non è più possibile accettare di morire sul posto di lavoro”.