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Sciopero di 4 ore, a partire dalle 13.00 di lunedì 14 ottobre, con presidio delle lavoratrici e dei lavoratori di Assa Abloy Italia, azienda specializzata nella produzione di maniglie ex Valli &Valli, di Renate, in Brianza, per contrastare la chiusura del sito aziendale e la procedura di licenziamento collettivo di tutti i 38 dipendenti avviata il 3 settembre scorso.
A renderlo noto un comunicato unitario di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl nel quale si legge inoltre che “nel corso delle assemblee sindacali le lavoratrici e i lavoratori di Assa Abloy insieme alle organizzazioni sindacali hanno assunto le seguenti decisioni e iniziative: l'invio di una lettera all'azienda con la richiesta di riattivazione piena delle attività aziendali e dell'accettazione degli ordinativi che Assa Abloy ha scelto di respingere; la richiesta di apertura di un tavolo istituzionale all'assessorato allo Sviluppo economico della Regione Lombardia per coinvolgere le istituzioni nell'individuazione di ogni percorso utile per la tutela dell'occupazione e la continuità produttiva dell'azienda”.
Lo sciopero è stato quindi indicato per sostenere le richieste e ribadire l'urgenza della necessità di individuare soluzioni condivise per la tutela dell'occupazione e del futuro produttivo dell'azienda. Il presidio si svolgerà davanti ai cancelli della sede aziendale. “Non possiamo permettere che le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori di questa storica eccellenza brianzola vengano disperse e che si perdano 38 posti di lavoro nel nostro territorio”.
“La multinazionale svedese Assa Abloy deve esercitare la propria responsabilità sociale riattivando tutte le attività e coinvolgere le istituzioni, affinché vengano attivate tutte le possibili misure per la tutela occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori e della continuità del patrimonio produttivo del nostro territorio. Invitiamo tutte le istituzioni al massimo impegno nell'esercizio delle proprie responsabilità e delle proprie funzioni al fine di tutelare le lavoratrici ei lavoratori”, concludono i sindacati.