È passato un anno, dalla strage di Brandizzo, e la giustizia è ancora lontana dall’essere fatta. Il 30 agosto 2023, poco dopo la mezzanotte, nella stazione piemontese un treno regionale (12 carrozze, vuoto) diretto a Torino e proveniente da Alessandria con una velocità di 160 chilometri orari travolse e uccise cinque operai: Kevin Laganà (22 anni, il più giovane), Michael Zanera (34 anni), Giuseppe Sorvillo (43 anni), Giuseppe Aversa (49 anni) e Giuseppe Saverio Lombardo (52 anni). Erano addetti della Sigifer, un’azienda di borgo Vercelli che cura la manutenzione del tratto per conto di Rfi, e dunque in appalto. Avevano ricevuto l’ok per scendere sui binari e avviare i lavori previsti quella notte, aprendo dunque il cantiere prima che, però, venisse fornita l'autorizzazione e bloccata la linea.

Il ricordo alla stazione

Alle 9.30, davanti al monumento vicino alla stazione, si è svolta una breve cerimonia. Il gruppo Ferrovie dello Stato ha posato una corona di fiori e tutti i dipendenti alle 9.30 hanno osservato un minuto di raccoglimento. “Ogni operaio che ha perso la vita qui – ha detto il sindaco di Brandizzo, Monica Durante – poteva essere un nostro caro. Sulla sicurezza sul lavoro va mantenuta alta l’attenzione”. Il sindaco ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile quando inizierà il processo.

I famigliari di Kevin Laganà hanno preso la parola durante la commemorazione: “Chiediamo giustizia. Non è possibile morire sul lavoro. Chi va a lavorare deve tornare a casa. Siamo tutti qui uniti per chiedere questo. Essere qui fa malissimo ma continueremo questa battaglia fino a quando non saranno individuati i responsabili”. Davanti alla stazione sono stati apposti due striscioni per chiedere giustizia per i lavoratori.

L’inchiesta è lunga

Le indagini coordinate dalla procura di Ivrea sono ancora in corso, e lontane dal concludersi. Gli inquirenti chiederanno una proroga di sei mesi, ed è probabile che, dopo, ci sarà un’altra proroga. Gli indagati al momento sono 15, ma sotto accusa è un intero sistema di “lavoro”, retto su appalti e subappalti, la cui fragilità è emersa in modo lancinante. Ben quattro società sono iscritte nell’elenco dei pm, con diversi livelli di imputazione, i più gravi disastro e omicidio colposo: Rfi; Sigifer; Clf, la società di Bologna che ha subappaltato alla Sigifer di Borgo Vercelli i lavori a Brandizzo; e Uniferr Srl (controllata di Clf).

I familiari delle vittime si sentono abbandonati

I familiari delle vittime, durante una conferenza stampa a Vercelli pochi giorni fa, hanno dichiarato di sentirsi “abbandonati”. Particolarmente toccanti le parole di Massimo Laganà, papà di Kevin, raccolte dal Corriere della Sera in una intervista di Giusi Fasano: “Quelli che indagano stanno lavorando. Non li disturbiamo, ci mancherebbe. Ma noi, qui, siamo in una specie di gabbia, siamo imprigionati in quei giorni di un anno fa. Dopo un anno avremmo gradito almeno una chiamata, una piccola frase, qualche parola di sollievo. Insomma, qualcuno che ci dicesse: siamo a buon punto, stiamo aspettando questo o quell'accertamento... Qualcosa. Invece niente, abbiamo saputo degli indagati e poi più nulla”.

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Fillea e Filt: l’attenzione rimane alta

“Ad un anno dalla strage di Brandizzo rimane alta l’attenzione della Cgil nei confronti di Rfi e continua la vertenza per garantire maggiore sicurezza nelle attività di manutenzioni ordinarie e straordinarie della rete ferroviaria sia per le lavorazioni in appalto che quelle interne, per una migliore organizzazione e articolazione del lavoro più attenta ai ritmi di lavoro, per una maggiore qualificazione delle ditte in appalto”. È quanto dichiarano Stefano Malorgio e Alessandro Genovesi, rispettivamente segretari generali di Filt Cgil (trasporti) e Fillea Cgil (edili).

Passi avanti e cose da fare

“Registriamo dei passi avanti positivi sul piano della occupazione così come il proseguimento di un confronto serrato sulla reinternalizzazione di alcune attività, sulle procedure per i bandi di gara e degli investimenti - spiegano i segretari - ma rimangono ancora molte cose da fare: dal badge elettronico per rilevare presenze e orari reali dei lavoratori in appalto, al divieto di subappalto per tutte le lavorazioni più pericolose, dal rispetto dei corretti inquadramenti professionali secondo il contratto edile alla specifica formazione, fino ad una nuova organizzazione che consenta di avere tempi e procedure per ridurre il traffico merci e persone in contiguità con i cantieri e investimenti tecnologici più avanzati che garantiscono chi lavora sulla rete”.

Qualificare e formare

“Pensiamo – proseguono Genovesi e Malorgio - che occorra una maggiore qualificazione di tutti coloro che sono chiamati, come lavoratori diretti o in appalto, ad operare sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie, investendo ancora di più in formazione e proseguendo in una riorganizzazione del lavoro orientata ad una programmazione degli interventi più efficace e compatibile con tempi e carichi di lavoro sperimentando in questa logica l’introduzione di una figura di responsabile della sicurezza di sito”.

“Su questo come Filt e Fillea Cgil continueremo a lavorare per accelerare il raggiungimento di quegli obbiettivi e superare i ritardi e le chiusure che pure rimangono. Perché non ci sia mai più una nuova Brandizzo”.

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La settimana del lavoro sicuro, per non dimenticare

Sul fronte della società e delle istituzioni, attorno alla strage di Brandizzo si terrà, fino al 4 settembre, la prima edizione della “Settimana del Lavoro Sicuro”, promossa dall'associazione Sicurezza e Lavoro insieme ai sindacati edili FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, con il patrocinio del consiglio regionale del Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Brandizzo.

Oggi, dopo la cerimonia nella piazza della stazione, si tiene il convegno "Brandizzo un anno dopo" per fare il punto sulla situazione della salute e sicurezza sul lavoro in Piemonte e in Italia, insieme alle istituzioni, all'Ispettorato nazionale del lavoro, ai sindacati e alla presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Chiara Gribaudo. Nell'occasione ci sarà l'inaugurazione del nuovo allestimento della mostra fotografica sulla strage ferroviaria di Brandizzo “Morire sui binari”.

In programma, intorno alle 21.30, una fiaccolata dalla chiesa sino alla stazione ferroviaria. Molte le iniziative in programma durante la settimana, come l'annuncio della realizzazione di un murale commemorativo con i sindacati edili, e l'avvio di interventi nelle scuole nell'ambito del progetto “A scuola di Sicurezza” con Fillea Cgil Torino e Piemonte. Sarà lanciato un bando per una borsa di studio rivolta agli studenti dell’ultimo anno dell’istituto Cavour.

Star.fer non convince

Dopo la strage è nata la Star.fer, una società attraverso cui sono tornati a lavorare, sempre sui binari, gli ex dipendenti della Sigifer. Ma le procedure su appalti, subappalti e sicurezza non sono cambiate, denuncia la Fillea. “I lavoratori di Star.Fer sono lavoratori che vanno sempre e comunque tutelati e anche se legalmente il contratto di subappalto con una nuova impresa è fattibile, la circostanza per cui, cambiato il cappello, gli stessi dirigenti della Sigifer siano nuovamente impiegati nei subappalti di Rfi è un fatto di una gravità inaudita”. Lo hanno dichiarato lo scorso maggio la Fillea Cgil nazionale, del Piemonte e di Vercelli in una nota congiunta: “Così come grave è che non siano minimamente cambiate le procedure per più formazione, più qualificazione degli operatori, meno subappalti e più gestione diretta da parte di chi materialmente vince gli appalti delle manutenzioni”.

Vertenza nazionale, e referendum

In questi mesi la Cgil ha promosso e raccolto le firme necessarie su quattro referendum sul lavoro, e il quarto quesito riguarda proprio gli appalti, come spieghiamo qui: la Confederazione invita le cittadine e i cittadini italiani a chiedere l’abrogazione delle norme che escludono la responsabilità delle aziende committenti, in caso di infortunio e malattia professionale. Sarebbe una svolta fondamentale per evitare un’altra Brandizzo.

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Più di un mese fa, invece, il 5 luglio a Vercelli, la Fillea nazionale, la Fillea Torino e Piemonte insieme alla Cgil hanno organizzato un’assemblea nazionale dei lavoratori delle manutenzioni ferroviarie e stradali, un’occasione importante per lanciare una vertenza delle manutenzioni edili.

“Ora più che mai - ha spiegato in quell’occasione Alessandro Genovesi - è necessario un salto di qualità a tutela della sicurezza e delle professionalità di decine di migliaia di lavoratori, a fronte della grande mole di investimenti per ammodernare un sistema infrastrutturale fortemente invecchiato, sia in termini ambientali che tecnologici a cui saranno destinati decine e decine di miliardi di euro tra Pnrr, Fondo complementare, Risorse comunitarie e nuovi accordi di Programma FF.SS-Anas. Una cifra complessiva di 34 miliardi di euro solo per i prossimi 4 anni, senza contare i tanti investimenti di concessionarie e municipalizzate”