Una domenica di ordinaria follia ci riporta un altro fatto cronaca agghiacciante, non dissimile da quello che portò, nel giugno scorso, alla morte di Satnam Singh. Un bracciante agricolo indiano di 46 anni è ricoverato da giorni in condizioni molto critiche all’ospedale Goretti di Latina per le conseguenze di quella che sembra essere, si legge sull’Ansa, un'intossicazione dovuta a un contatto prolungato con prodotti chimici, probabilmente senza che fossero adottate per il lavoratore le misure di sicurezza adeguate

Il quarantaseienne è arrivato nel nosocomio pontino per una grave cardiopatia, ma durante gli accertamenti è emerso che gli arti inferiori, un braccio, il naso e la milza erano interessati da una vasculite autoimmune, provocata probabilmente dalla reazione del sistema immunitario all'esposizione a pesticidi o diserbanti senza le dovute precauzioni previste per legge, sembrerebbe per addirittura tre giorni.

Il quarantaseienne ha perso entrambe le gambe e i medici gli hanno potuto salvare solamente il braccio.

Sulla vicenda indagano adesso carabinieri, polizia e guardia di finanza. Si cerca di risalire all'azienda agricola per cui ha lavorato lo straniero, che non parla italiano. 

Cgil Roma Lazio: “Riconvocare con urgenza tutte le parti”

La Cgil di Roma e Lazio e di Frosinone e Latina auspicano che la magistratura e le forze di polizia facciano chiarezza al più presto su quanto accaduto e chiedono di intensificare il confronto sul tavolo della Prefettura di Latina e dare piena attuazione a quanto stabilito nel recente protocollo contro lo sfruttamento lavorativo tra Procura, enti ispettivi, forze dell'ordine e azienda sanitaria locale, rafforzandone i contenuti ed estendendone l'efficacia a tutti i settori. “Chiediamo nuovamente alla Regione Lazio di riconvocare con urgenza tutte le parti per tornare a mettere pressione e riaccendere i riflettori sul territorio di Latina e su tutto il Lazio, regione che ha visto un aumento impressionante di morti sul lavoro e malattie professionali nel corso del 2024. Segno evidente che le misure adottate finora dall'amministrazione regionale non sono ancora sufficienti a invertire la rotta”, afferma il sindacato.

Flai Cgil Roma Lazio: “Siamo allarmati”

Sulla stessa linea anche la Flai Cgil del territorio. “Ancora nell’agropontino – scrive la federazione che difende i braccianti –. Siamo allarmati poiché anche in questo caso all’origine di quanto accaduto ci sono mancanza di formazione, assenza di una corretta applicazione dei contratti anche in tema di salute e sicurezza, poca chiarezza sulla dinamica dei fatti che stanno portando conseguenze gravissime per il lavoratore”. 

“Nostri studi e denunce hanno portato all’attenzione delle conseguenze a breve, medio e lungo termine della esposizione a uso di sostanze concimanti e fertilizzanti, non usate secondo le giuste procedure e con adeguati dispositivi di protezione. Tutto ciò riguarda il lavoro, la sua qualità, la condizione di chi lavora – scrive la nota la Flai Cgil Roma e Lazio – che dovrebbe essere libero da ricatti e in grado di far valere i propri diritti. Anche in questo caso si poteva fare di più per prevenire, cioè modificare strutturalmente il mercato del lavoro in agricoltura sul territorio”.

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