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Si sono svolte oggi alla Bosch di Bari le assemblee con le lavoratrici e i lavoratori per illustrare i contenuti previsti dalle ipotesi di accordo, del 22 luglio scorso, raggiunte presso il ministero dello Sviluppo economico. "Con questo accordo sono stati ottenuti due importantissimi obiettivi: il mantenimento del sito sul territorio di Bari ed è stato scongiurato il pericolo dei licenziamenti anche a fronte della dichiarazione di 700 esuberi fatta dall’azienda nel gennaio 2022. A seguito del mandato ricevuto dalle lavoratrici e dai lavoratori, la Fiom sottoscriverà l’intesa raggiunta nei giorni scorsi". Lo dichiarano in una nota congiunta Massimiliano Guglielmi, coordinatore nazionale indotto automotive per la Fiom Cgil e Ciro D'Alessio, segretario generale Fiom Cgil Bari.
Ovviamente, gli investimenti ulteriori che dovrà realizzare la multinazionale in termini di diversificazione industriale, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e gli strumenti contrattuali previsti per la gestione dei processi produttivi con il ruolo e il coinvolgimento delle strutture territoriali e delle Rsu di stabilimento, dovranno servire per tutelare i livelli occupazionali e ridisegnare la mission produttiva del secondo stabilimento (in termini di addetti e di dimensioni) della Regione Puglia.
"Altrettanto fondamentale e prioritario - proseguono - sarà, inoltre, il ruolo e l’impegno che le istituzioni nazionali e locali dovranno garantire per accompagnare la transizione tecnologica dal motore endotermico a quello elettrico e superare tutti i limiti sugli attuali ammortizzatori sociali fortemente indeboliti dal Jobs Act e al momento non sufficienti a coprire l’intero quinquennio. L’intesa raggiunta alla Bosch di Bari rappresenta un primo e importantissimo passo verso la difesa dell’occupazione e dei siti italiani in un contesto dove la transizione ecologica, causa l’assenza di risposte adeguate della politica e delle Istituzioni, rischia di gravare soltanto sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori".