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“C’è bisogno che le nostre istituzioni giochino un ruolo preminente in questa vertenza, a partire dal ruolo che deve necessariamente svolgere Cassa Depositi e Prestiti. Dobbiamo difendere il Gruppo Borsa italiana e rilanciarlo, facendone un punto di eccellenza nel contesto europeo, in vista della creazione di una borsa paneuropea a supporto del mercato unico dei capitali”. Così il segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna, al tavolo presso il Mimit sulla vertenza che investe il Gruppo Borsa Italiana, che vedrà il 9 luglio la presenza dei veritci del Gruppo e successivamente di quelli di Cassa Depositi e Prestiti, recuperando nel contempo il punto di vista delle autorità di vigilanza, Consob e Bankitalia.
Incontro al quale hanno partecipato per la Fisac Cgil, oltre il segretario nazionale, il segretario generale della Fisac Lombardia, Gabriele Poeta Paccati, l’rsa Fisac Cgil di Mts, Emiliano Raponi, l’rsa Fisac Cgil di Montetioli, Raul Malatesta, e l’rsa Fisac Cgil di Borsa Italiana, Lara Barlassina. “La nostra mobilitazione nel Gruppo - ha aggiunto Sanna - prosegue, a partire da domani e fino al 14 luglio, data della presa della Bastiglia. Abbiamo iniziato con lo sciopero dello scorso 27 giugno, il primo nella storia bicentenaria di Borsa Italiana, con altissime adesioni. Le lavoratrici e i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia per difendere un presidio cruciale del nostro sistema economico e finanziario, progressivamente svuotato e periferico rispetto al presidio francese, malgrado il ruolo strategico per la politica economica e industriale del paese”.
Per queste ragioni, ha aggiunto il segretario nazionale della Fisac Cgil, “richiediamo con forza un intervento istituzionale. Gli accordi del 2021 sono stati elusi, l’operazione Euronext con principali azionisti l’italiana Cassa depositi e prestiti e la francese Caisse Des Dépots, doveva determinare un assetto di tipo federativo e non competitivo. Così non è stato. Registriamo in Borsa Italiana la progressiva perdita di autonomia direzionale, esodi delle figure apicali, la dispersione di quelle che sono delle vere e proprie eccellenze di Borsa Italiana, sia in termini di professionalità che di avanzamento tecnologico. È un contesto fatto di perdita di autonomia mentre viene picconata la funzione strategica delle società italiane, e viene esposta la funzione di controllo e sicurezza di dati e operazioni sensibili, per il debito pubblico e in generale per la finanza italiana”.
“Registriamo - ha sostenuto Sanna - arretramenti preoccupanti sulla tenuta occupazionale, sul fronte salariale, sulla mancata valorizzazione delle professionalità e su una organizzazione del lavoro fondata su carichi eccessivi, anche e soprattutto a causa di un deterioramento delle relazioni sindacali. Per questo ribadiamo la necessità di un preminente ruolo istituzionale in questa vertenza, a partire da Cdp, che può esercitare con più forza il proprio peso. Questo ci aspettiamo si materializzi nell’incontro annunciato per la fine di luglio con Mimit e Mef”, ha concluso.