Come richiesto da sindacati e Rsu, forti della grande iniziativa di mobilitazione di martedì 9 aprile che ha unito i lavoratori Bombardier di Vado Ligure (Savona) per la difesa dell’integrità e del futuro produttivo e occupazionale del sito, è arrivata dal ministero dello Sviluppo economico la convocazione dell’incontro per venerdì 19 aprile a Roma, alle ore 12. "Si tratta di un appuntamento di fondamentale importanza, in cui tutte le istituzioni devono fare fronte comune per esigere risposte da parte del gruppo", spiega Andrea Mandraccia, della segreteria Fiom Cgil di Savona: "Il solito ritornello, per cui è intenzione della multinazionale mantenere il sito di Vado Ligure, senza però mettere in campo alcuna azione di tutela e di rilancio dello stabilimento, ha ormai fatto il suo tempo. Occorre richiedere con fermezza che la procedura di trasferimento di ramo d’azienda relativa a ingegneria venga fermata. Troppo alto è infatti il rischio che questa azione sia propedeutica alla chiusura della produzione".
Mandraccia evidenzia che "al tempo stesso serve che venga trasferita a Vado la produzione di tutte le locomotive Dc3 che devono essere prodotte per il mercato europeo. In questo caso chiediamo semplicemente il rispetto degli impegni che il gruppo si era assunto quando ci illustrò la politica di specializzazione dei siti produttivi". Alle istituzioni e al Mise la Fiom Cgil chiede che "si lavori per arrivare in tempi brevi alla formalizzazione da parte di Trenitalia della commessa per l’alta velocità, azione necessaria industrialmente e che porterebbe due anni di lavoro al sito di Vado". E Mandraccia così conclude: "In questi giorni abbiamo raccolto la solidarietà di tutte le istituzioni Locali (Comune di Vado, Provincia di Savona e Regione Liguria), cui chiediamo di continuare a supportarci nella lotta per la sopravvivenza ed il rilancio dell’industria savonese. Dall’incontro del 19 aprile devono arrivare quelle risposte che da troppo tempo i lavoratori attendono. Lavoratori che hanno dimostrato, e che dimostreranno ancora se necessario, capacità di lotta per difendere non solo il proprio posto di lavoro, ma anche un presidio produttivo ed industriale che ha oltre cento anni di storia".