PHOTO
"Dopo cinque giorni d'inutili riflessioni, l'azienda si è ripresentata al tavolo delle trattative con lo stesso provocatorio atteggiamento che ha tenuto fin dall'inizio di questa incresciosa vicenda, proponendo ancora una volta il superamento, se non la violazione, di norme, leggi e contratto, finalizzato a mascherare con un fittizio distacco quella che resta una cessione di lavoratori sempre osteggiata dal sindacato". A dirlo sono le segreterie nazionali di Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin, in merito alla vertenza Bnl sugli impatti occupazionali e le ricadute conseguenti alla riorganizzazione annunciata.
"Senza una inversione di rotta radicale, la procedura si chiuderà senza accordi, continueranno le vertenze e si darà avvio alla stagione delle cause", avvertono i sindacati, ricordando di "aver cercato in tutti i modi di trovare una soluzione alternativa alla cessione dei lavoratori: strada possibile attraverso l'uso di un distacco reale, che avrebbe consentito la realizzazione della partnership mantenendo i lavoratori all'interno del perimetro aziendale. Si va, pertanto, verso la rottura definitiva".
L'unico vero scopo per Bnl, proseguono Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin, è "snaturare del tutto l'istituto del distacco al fine d'impedire o depotenziare le legittime azioni legali dei lavoratori espulsi dal gruppo. Azioni legali che, con questo atteggiamento di Bnl, una volta di più appaiono inevitabili, e che oltre a Bnl, impatteranno fortemente su Accenture".
Le organizzazioni rilevano che "la volontà di ricorrere all'articolo 8 del 'decreto 'Sacconi', con l'applicazione, per la prima volta nel settore, dei contratti di prossimità, rende evidente il malcelato fine di Bnl. Il rifiuto, inoltre, di parlare di un riconoscimento al personale per i sacrifici di tanti anni, un piano industriale mai condiviso che impatta pesantemente sul lavoro, il tentativo d'impedire il ricorso alle vie legali anche per i lavoratori dell'It ceduti a Capgemini, stanno mettendo una autentica pietra tombale a una trattativa che, fin dall'inizio, è stata motivo di scontro sul piano dell'impatto economico, organizzativo, commerciale, e, da parte aziendale, anche ideologico e culturale".
Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca Uil e Unisin così concludono: "Il sindacato non può che rispedire ancora una volta al mittente tutta l'operazione ritenendola irricevibile e offensiva per i lavoratori di Bnl e di tutto il settore. Senza un'inversione di rotta radicale, la procedura si chiuderà senza accordi, continueranno le vertenze e si darà avvio alla stagione delle cause, non solo in Bnl ma anche in tutte le aziende coinvolte".