"Ormai la parola Blutec, oggi Ingegneria Italia, azienda facente parte del colosso Metec/Stola, è sinonimo di sconfitta, delusione, tracollo, inganno, omissione, appropriazione. Oggi, a distanza di poco più di un mese, i lavoratori rimangono nuovamente al buio. L’azienda non paga le forniture e le maestranze rimangono a casa. È questa la situazione, dopo lo sciopero di trenta ore della scorsa settimana, proclamato dalla Rsu, protesta congelata solo a seguito delle rassicurazioni di un terzo soggetto, Ma srl, interessato all’acquisizione, cui è stato chiesto un clima di collaborazione e di dialogo per garantire la necessaria continuità operativa e la finalizzazione del progetto". Così Fiom e Fim Basilicata in una nota congiunta.
"Il disfattismo che contraddistingue quest’azienda, una cui filiale si trova presso la zona industriale di Tito Scalo (Potenza), si è perpetrato negli anni con l’inganno di false promesse, che hanno messo in ginocchio una realtà produttiva che da oltre trent'anni è stata da supporto alle produzioni dell’attuale Fca e del suo indotto. Un tracollo deludente, evidenziato dallo stato fatiscente degli impianti e dei macchinari su cui la citata proprietà non ha investito niente, in termini di tecnologia e innovazione, basandosi solo sulla professionalità e capacità della risorsa umana, anche mal pagata e senza nessuna riconoscenza, che ha sempre garantito le forniture, a scapito della propria incolumità, vista l’omissione delle principali norme di sicurezza, di cui è stato aperto un capitolo anche presso gli organi ispettivi territoriali", prosegue il comunicato.
"Nessuno scrupolo a mettere le mani nelle tasche dei lavoratori, sottraendo somme destinate ai fondi complementari del comparto metalmeccanico (Cometa) e ciclicamente nelle mensilità, 'dimenticando' ogni istituto contrattuale a favore degli stessi, comportamento sempre denunciato dalla Rsu. Quest’ ultimo argomento (Cometa), anche all’ordine del giorno nella convocazione del 24 gennaio scorso presso il ministero dello Sviluppo economico, non ha avuto alcuna risposta certa, ma legata a quello che potrebbe essere una nuova alba per lo stabilimento e i lavoratori: la cessione del ramo di azienda alla Ma srl, facente parte del gruppo Cln, conosciuto per l’eccellenza dei sistemi gestionali e processi lavorativi, di cui si rinvia soluzione nella medesima sede a fine febbraio. I lavoratori attendono con ansia quanto convenuto nell'incontro del 21 gennaio in Confindustria Basilicata. Noi chiediamo che la fase di analisi proceda speditamente e si concluda in tempi brevissimi e venga convocato al più presto da Confindustria Basilicata l’incontro con Ma, per dare un futuro meritato ai lavoratori e a questa realtà metalmeccanica lucana", concludono le due sigle.
