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Prendi l'arte e metti da parte i lavoratori. Il ministero della Cultura interviene nel mondo degli addetti alle biglietterie dei musei, da tempo in lotta per contratti più pertinenti al loro ruolo e per compensi più giusti, e risolve la questione alla radice: via le cooperative che hanno in gestione il servizio, via lavoratrici e lavoratori, tutti sostituiti da una app. Ad essere rimpiazzati dalla nuova piattaforma pubblica Ad Arte, che gestirà direttamente la prenotazione e la vendita degli ingressi ai musei da mobile e web, saranno i servizi di biglietteria di 43 istituti autonomi: una decisione che avrà ovviamente conseguenze pesantissime sul fronte occupazionale e che il ministero ha preso senza alcuna consultazione o informativa alle organizzazioni sindacali, che sono venute a conoscenza della novità dagli organi di stampa.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs avevano inviato diverse richieste di incontro al ministro Sangiuliano, l'ultima il 10 marzo scorso, senza ottenere un confronto. Le categorie, pur consapevoli dell'importanza del processo di digitalizzazione nell'ambito museale, temevano proprio quello che poi è accaduto, che potesse cioè spingersi troppo oltre e diventare un ulteriore elemento di precarizzazione per gli addetti di un comparto che avrebbe invece le carte in regola per un processo di espansione.
A fare le spese dell'iniziativa di modernizzazione del ministero della Cultura saranno così centinaia di lavoratrici e di lavoratori, che nell'arco di alcuni mesi potrebbero rimanere senza impiego, ma l'eliminazione delle biglietterie avrebbe una ricaduta negativa generale per tutte le aziende che hanno comunque in appalto gli altri servizi museali - accoglienza, didattica e bookshop - e che proprio dall'attività delle biglietterie ricavano le risorse economiche per sostenerli: l'abolizione delle biglietterie potrebbe quindi produrre un numero di esuberi superiore a quello degli addetti direttamente coinvolti.
"Questo è quanto accade quando il cambiamento, se pure in linea teorica positivo, non viene governato, perdendo di vista il quadro occupazionale complessivo, che permette all'intero sistema di funzionare e che deve essere tutelato", ha dichiarato Fabrizio Russo, segretario generale Filcams Cgil. Le organizzazioni sindacali hanno ragione di temere che a questa prima iniziativa di sfoltimento della forza lavoro da parte del ministero possano seguirne altre, con ulteriori esuberi dai quali potrebbero non essere esenti nemmeno i lavoratori della stessa partecipata al 100% del dicastero.
Si registra intanto quanto sta accadendo alla concessione ex Sbar Parco Archeologico del Colosseo, che comprende il Museo Nazionale Romano, le Terme di Caracalla e il Parco Archeologico dell’Appia Antica, che ha visto andare a bando i soli servizi di biglietterie del Colosseo e la comunicazione di cessazione per tutti i servizi negli altri siti. Da parte sua, Filcams Cgil "metterà in atto ogni possibile azione sindacale a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto, comprese iniziative di mobilitazione sul territorio nazionale".