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Ancora un niente di fatto per la vertenza Betafence. Nel secondo incontro con l’azienda convocato dal Ministero dello sviluppo economico erano presenti, oltre ai rappresentanti sindacali, l’amministratore delegato dello stabilimento di Tortoreto, un dirigente della Corporate Praesidiad a cui fa capo Betafence e la sottosegretaria Alessandra Todde.
Secondo Fiom, Fim e Uilm l'azienda ha tenuto un comportamento "inaccettabile e irrispettoso": non sono stati forniti, diversamente dall’impegno preso nel precedente incontro, "ulteriori chiarimenti sulla situazione finanziaria e sui motivi che hanno portato all'annuncio della chiusura dello stabilimento di Tortoreto, ma è stato soltanto evidenziato che nelle ultime due settimane ha perso commesse per un valore di circa 2,1 milioni di euro e sta registrando una forte perdita di fiducia nei clienti".
Da parte sua il ministero, come si legge in un comunicato dei sindacati, ha dichiarato la sua disponibilità ad aggiornare il tavolo tra 3 settimane per valutare una prima bozza di piano aziendale, sottolineando però con forza che non tollererà comportamenti irrispettosi e poco seri o tentativi di utilizzare questo tempo per smantellare lo stabilimento, confidando nella buona fede da parte dell’azienda.
Betafence ha chiesto ancora 6 settimane di tempo, ma Fiom, Fim e Uilm temono che, in uno scenario economico aziendale in calo così, tra un mese e mezzo si rischia "di dover affrontare una situazione troppo grave per essere risolta". Ciò che interessa è sapere se l'azienda è intenzionata a riorganizzare le produzioni salvaguardando l'occupazione.
I sindacati, denunciando anche "la totale assenza e disinteresse della Regione Abruzzo rispetto alla vertenza", fanno sapere che, in attesa del prossimo incontro, metteranno in campo "tutte le iniziative sindacali di lotta necessarie per la tutela dei lavoratori e delle attività dello stabilimento".