“Nell’incontro che si è tenuto venerdì 14 marzo al ministero delle Imprese Beko ha dichiarato di aver dato un incarico a Sernet per la ricerca di un investitore a Siena, mentre il governo non si è detto ancora pronto ad acquisire lo stabilimento, pur comunicando di essere avanti nel percorso”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Uglm nazionali: “Per noi è fondamentale non solo costruire un percorso credibile di reindustrializzazione, ma anche garantire la continuità occupazionale”.

Sulla questione degli impiegati “sono state recuperate appena venti postazioni nelle funzioni regionali, passando da 295 a 275 esuberi, mentre sulla ricerca e sviluppo non è stato fatto alcun passo in avanti. Resta quindi un forte dissenso, che abbiamo chiesto sia oggetto di un intervento da parte del governo verso la casa madre. Il governo si è impegnato ad intervenire anche presso la casa madre”.

Per quanto concerne le questioni ancora aperte sugli altri stabilimenti, è ancora “in valutazione la assegnazione a Comunanza di una nuova produzione; a Cassinetta c’è l’impegno a mantenere l’attuale assetto produttivo sul freddo, benché in futuro non si possano purtroppo escludere sovrapposizioni fra le varie gamme del gruppo, mentre sulla cottura è in studio un nuovo prodotto”.

Fiom, Fim, Uilm e Uglm hanno chiesto “di ricorrere ad ammortizzatori sociali conservativi e ad altre opzioni volontarie come il part time, nonché a uscite incentivate finalizzate alla pensione o comunque volontarie, utili in ogni modo a scongiurare i licenziamenti unilaterali. Abbiamo ricevuto una disponibilità di principio da parte aziendale, benché sia ancora tutto da verificare il percorso effettivamente praticabile”.

La quattro sigle così concludono: “La situazione della trattativa è nel complesso molto difficile. Per poter davvero sperare in un’intesa che scongiuri i licenziamenti, abbiamo la necessità di chiarire gli assetti produttivi, di risolvere il problema della priorità del sito di Siena e più in generale di avviare un credibile processo di reindustrializzazione, di ridurre il numero di esuberi fra gli operai e gli impiegati, nonché di pattuire strumenti concreti di tutela. Speriamo di ricevere le prime risposte al prossimo incontro del 25 marzo”.