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Beko-Europe ex Whirlpool ha annunciato al Comitato aziendale europeo la chiusura di due stabilimenti produttivi in Polonia. Una decisione che produrrà 1.800 licenziamenti. Si tratta dell’ennesima risoluzione presa da Beko-Europe senza un reale confronto sindacale. Ricordiamo che il gruppo ha appena chiuso anche uno stabilimento in Gran Bretagna.
L’impegno dell’azienda e del Ministro Urso era di convocare nel mese di settembre un incontro per affrontare e discutere il piano industriale rispetto al mantenimento occupazionale e produttivo nei cinque stabilimenti italiani. Ma fino ad ora né la direzione di Beko, né il Ministero hanno mantenuto il proprio impegno ad avviare un confronto.
Segnaliamo che le produzioni polacche dovrebbero essere trasferite in stabilimenti siti in Romania e Turchia. In particolare frigoriferi, asciugatrici, forni e piani cottura a "libera installazione", che in questo modo almeno in parte uscirebbero dal perimetro della società che ha acquisito il 75% di Whirlpool.
Intanto negli stabilimenti italiani prosegue la cassa integrazione e soprattuto non è pervenuta nessuna risposta dal fronte aziendale alle richieste sindacali di rilanciare prodotti e investimenti al fine di saturare e mettere in sicurezza i nostri stabilimenti, né è stato chiarito quale impatto gli esuberi dichiarati avranno nel nostro Paese.
Nessuna convocazione è arrivata dal Governo che si era impegnato alla ripresa del confronto con Beko entro settembre, così come alla convocazione di un tavolo di settore, indispensabile in una fase in cui la contrazione generale dei volumi rischia di determinare una crisi fatale all’intero comparto degli elettrodomestici.
"Non siamo disponibili d aspettare supinamente un disastro annunciato - scrivono Fim, Fiom e Uilm in una nota - e per questa ragione nei prossimi giorni incontreremo i lavoratori per proclamare per la giornata di giovedì 12 settembre due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo.