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Dopo aver proclamato lo stato di agitazione lo scorso 19 ottobre, le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le rispettive Rsu hanno svolto assemblee con i lavoratori TotalEnergies per discutere della vertenza in corso. “Siamo al livello più basso delle relazioni sindacali mai registrato nel corso dei nostri rispettivi mandati – dichiarano i segretari generali Francesco Iannielli, Francesco Carella e Giuseppe Martino –. Mai ci saremmo aspettati che questo potesse accadere con una grande multinazionale del petrolio”.
In assenza di risposte sarà sciopero
“Le assemblee – si legge nella nota unitaria – hanno registrato una partecipazione senza precedenti, segnale tangibile del disagio e del malcontento che i lavoratori TotalEnergies stanno vivendo. La coesione e la compattezza dei lavoratori rispetto alla linea proposta dai sindacati confederali dimostra in maniera altrettanto evidente che esiste la necessità di un cambio di passo: i lavoratori attraverso il voto in assemblea, in maniera pressoché unanime (oltre 110 voti a favore e un solo contrario), hanno dato mandato ai loro rappresentanti di avviare l’ennesima procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalle norme in essere. In assenza di risposte al tavolo sindacale previsto dalla procedura – avvisano le federazioni – sarà sciopero”.
Il cahier de doleance dei sindacati è lungo. Si va dalle carenze in tema di sicurezza nei contesti lavorativi, ai licenziamenti comminati dall’azienda nei confronti di alcuni lavoratori. Si sottolinea la gravità della scelta di chiudere la sede di Potenza, centro nevralgico perché capoluogo e fulcro istituzionale regionale, e procedere al conseguente trasferimento del personale interessato. Si ricordano i trasferimenti fuori regione di attività e lavoratori in spregio agli impegni presi da TotalEnergies con la Regione Basilicata e le parti sociali circa la tenuta dei livelli occupazionali che un’azienda che agisce attività estrattive dovrebbe assicurare a ristoro e conforto del territorio. I sindacati citano anche il mancato riconoscimento di inquadramenti coerenti con le professionalità delle maestranze, gli accordi unilaterali imposti ai lavoratori in tema di smart working, le ipotesi di riorganizzazione mai discusse con le organizzazioni di rappresentanza e illustrate o, in alcuni casi, già praticate dall’azienda.
“Non possiamo permettere – concludono Iannielli, Carella, Martino e la Rsu TotalEnergies – lo scadimento delle relazioni sindacali in un contesto di corrette e proficue relazioni industriali ‘di alto profilo’ soventemente praticate nel settore”.