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Ecco la lettera di Fim-Fiom-Uilm di Bari e delle Rsu Brsi di Bitritto (in provincia di Bari) sulla situazione occupazionale di 92 lavoratori che rischiano di essere licenziati. Brsi nasce dalla cessione di ramo d’azienda della Dxc technology delle attività di Service desk. La lettera è indirizzata ai principali clienti dell'azienda che svolge servizi per la fornitura di supporto tecnico specialistico per Miur, Ferrero, Falck, Motorizzazione Civile, Fastweb, Comtel e Uirnet. Per le sigle di categoria, si tratta "dell'ennesimo licenziamento mascherato a danno di lavoratori in appalto". Con la lettera inviata dalla Brsi alle organizzazioni sindacali il 15 novembre scorso, si annunciava infatti la fusione della stessa con la Rsh e il relativo trasferimento di tutta la forza lavoro di Bitritto presso la nuova sede sita in Misterbianco, in provincia di Catania.
"Miur, Ferrero, Falck, Motorizzazione Civile, Fastweb, Comtel e Uirnet la responsabilità sociale è un dovere verso il Paese. Non girate le spalle ai lavoratori in appalto. Le scriventi organizzazioni sindacali, per nome e per conto delle lavoratrici e dei lavoratori della Brsi di Bitritto, si sentono in dovere e soprattutto in diritto di scriverVi per chiarire alcune questioni e porVi alcuni quesiti. E’ bene però fare un piccolo passo indietro per portare alla Vostra attenzione la situazione drammatica che stanno vivendo i dipendenti della Brsi. Nel 2018 la Dvc technology, azienda alla quale da anni affidate l’appalto per la fornitura di supporto tecnico specialistico nell’ambito dell’Information technology, dichiara di non avere più interesse verso le attività di Service desk e cede il relativo ramo d’azienda alla Solutions30, che diverrà presto Brsi".
"Da qui, cominciano i problemi per i lavoratori. La Brsi, dopo aver acquisito il ramo d’azienda inizia ad avanzare richieste che puntano alla riduzione massiccia dei salari dei lavoratori. Chiede e ottiene, dopo l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo e quindi minacciando licenziamenti di massa, la cancellazione della quattordicesima mensilità che i lavoratori ereditavano dalla vecchia contrattazione, il congelamento degli scatti di anzianità e la disdetta di qualsiasi accordo integrativo esistente. In più chiede la riduzione del 30% delle retribuzioni di tutti i lavoratori. Richiesta questa respinta in più occasioni dalle organizzazioni sindacali supportate dalla volontà dei lavoratori di non cedere all’ennesimo ricatto. Nel corso degli anni nessuna commessa è stata portata a Bitritto dalla Brsi, nessun posto di lavoro è stato creato, come invece è sempre stato costantemente garantito dal management aziendale, che non ha mai ottemperato agli impegni presi nei confronti dei lavoratori".
"Più volte, abbiamo denunciato che le operazioni poco chiare messe in campo dall’azienda erano mirate solo all’appropriarsi da parte della Brsi delle commesse e delle competenze dei lavoratori fino a quando non ritenendoli più indispensabili li avrebbe scaricati generando l’ennesimo dramma sociale su un territorio come quello pugliese già martoriato da anni di crisi. Arriviamo all’epilogo di questa brutta vicenda con la lettera inviata dalla Brsi alle organizzazioni sindacali datata 15 novembre 2021, dove si annunciava la fusione della stessa con la Rsh e il relativo trasferimento di tutta la forza lavoro di Bitritto presso la nuova sede sita in Misterbianco in provincia di Catania. Senza fare giri di parole siamo dinanzi all’ennesimo licenziamento mascherato. Un licenziamento che parte da lontano, e che ha visto in questi ultimi tre anni un peggioramento della condizione delle risorse che quotidianamente svolgono per Voi un lavoro fondamentale con passione, professionalità e impegno".
"Ci preme sottolineare un aspetto per noi fondamentale in questa storia. Nell’ultimo incontro tra management aziendale e Sindacati, l’azienda, nel giustificare una totale chiusura rispetto alla richiesta avanzata dai sindacati di permettere ai lavoratori di Bitritto di continuare a svolgere il proprio lavoro in modalità smart working senza quindi doversi trasferire in un’altra regione, ci ha comunicato che da parte Vostra sono state avanzate negli ultimi mesi numerose escalations rispetto alla qualità del servizio erogato, proprio da quando, a seguito della pandemia, è stato disposto il lavoro agile per tutte le lavoratrici e i lavoratori di Bitritto. Tutto questo non ci meraviglia affatto. E’ bene che voi sappiate che sui servizi a voi erogati non lavorano più soltanto i dipendenti della sede di Bitritto, in possesso di anni di esperienza e comprovate competenze, ma bensì lavoratori di altre sedi che a detta del dott. Salmoiraghi, hanno ricevuto poche ore di formazione prima di essere impiegati su attività tanto importanti e delicate".
"Noi abbiamo motivo di pensare che a Voi non sia stata fornita alcuna informativa circa tutto ciò, mantenendo in piedi un contratto che va sicuramente in contrasto con tutte le policy e gli standard che avete da sempre chiesto di rispettare e che con altissime probabilità da questo momento in poi la Brsi non sarà più in grado di mantenere. Inoltre, probabilmente siete allo scuro del fatto che in questi ultimi anni la Brsi è ricorsa ad incentivi statati (vedi cigo, cassa Covid e infine cigs) non perché effettivamente ci fosse mai stata una riduzione dell’attività lavorativa, ma per una mera questione di carattere economico legato al saving, solo sulla pelle dei lavoratori, non considerando minimamente né i livelli di servizio nè la qualità dello stesso. La denuncia è anche nei confronti di chi che ha consentito a questi 'prenditori' di utilizzare tali strumenti anche se non necessari: i lavoratori erano tutti allocati sui Vostri servizi nel rispetto delle metriche contrattuali".
"Se qualcuno viene a raccontarVi che improvvisamente i dipendenti di Bitritto non hanno più voglia di lavorare, con la stessa passione da sempre dimostrata, sappiate che la verità corrisponde a quella qui raccontata. Non riteniamo affatto che i lavoratori da noi tutelati siano responsabili delle attuali performance negative sui servizi erogati, perché appunto dal 15 novembre scorso l’attuale management ha creato in accordo con qualcun’altro nuove utenze su tutti i servizi, aggiungendo altrettanti operatori, sull’operato dei quali non rispondiamo in alcun modo e ci dissociamo totalmente. Capirete quindi come tutta questa storia non generi solo un dramma sociale ma si prepara ad avere delle pesanti ricadute anche sulla qualità del lavoro svolto. Riteniamo che quanto stia accadendo, in un momento storico come questo, rappresenti l’ennesimo vile attacco ad un territorio come quello pugliese che ha già pagato un alto prezzo in termini di occupazione a seguito della crisi prima economica e poi pandemica, di questi ultimi anni".
"Come sindacati, insieme alle lavoratrici e i lavoratori di Bitritto, siamo determinati a difendere l’occupazione in tutti i modi e le sedi opportune, ma soprattutto non siamo disposti a vederci sottrarre da imprenditori senza scrupoli le nostre competenze e il nostro know how, perché il rischio che stiamo correndo è quello non solo di assistere al licenziamento di 92 lavoratori ma anche di veder portar via attività che da sempre sono state un valore aggiunto per il nostro territorio. Ora chiediamo a voi, che siete aziende pubbliche e private, da sempre attente alle condizioni dei Vostri dipendenti e di quanti per Voi lavorano, nonché al rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori: Quale posizione assumente rispetto a tutta questa storia? Pensate davvero che sia una questione fuori dal Vostro perimetro di competenza? Sapete cosa accade quando affidate in appalto la gestione di servizi utili allo svolgimento delle Vostre attività? Vi siete mai chiesti cosa succede a tutti i lavoratori che vi permettono di fornire servizi eccellenti ai Vostri clienti? Vi siete mai domandati cosa accade nella giungla degli appalti e dei sub appalti?"
"Riteniamo che ognuno in questa storia abbia la sua fetta di responsabilità. Certo,, la cosa più semplice sarebbe girarsi dall’altra parte e raccontarsi che non si ha nessuna possibilità di intervenire in simili questioni, ma sappiamo bene che in realtà proprio così non è. I clienti finali sono coloro i quali decretano la prosecuzione dei rapporti commerciali tra le parti. Confidiamo veramente che riusciate a trovare il modo di far sentire il Vostro punto di vista e disappunto in merito a questa triste storia e che pertanto possiate intervenire attivamente, esercitando la giusta pressione su chi, grazie alle Vostre commesse e al duro lavoro di quanti oggi vengono messi nella condizione di dimettersi, possa tornare sui propri passi e pensare invece di fare impresa in maniera seria e pulita, e soprattutto nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone".