“Nei giorni scorsi è stato reso pubblico il primo dato ufficiale che, con la lampante evidenza dei numeri, indica quanto sia grave la situazione del gruppo Bpb: la Banca Popolare di Bari chiude il bilancio 2018 con 372 milioni di euro di perdita, un risultato negativo senza precedenti nella storia di questa azienda, che dimostra come nel corso degli ultimi anni il top management, nei continui avvicendamenti al vertice, abbia operato scelte sbagliate e condotto un’errata gestione”. Lo affermano in una nota i sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin di Bari.
“Mentre apprendiamo sempre da notizie di stampa e da comunicati aziendali di un piano industriale 2019-2023”, prosegue la nota, “vi è un unico elemento del tutto misconosciuto e ignorato, i lavoratori e le lavoratrici del gruppo, i grandi assenti appunto, nonostante l’impegno profuso per far sì che l’azienda rimanga produttiva e nonostante siano stati il soggetto che in prima persona ha affrontato la delusione, la rabbia e, a volte, la disperazione dei risparmiatori ‘traditi”.
“I dipendenti – si legge ancora nel comunicato – sono sempre più di frequente vittime di aggressioni anche fisiche, spesso citati in ingiuste cause, proditori procedimenti penali e, come se non bastasse, destinatari di contestazioni disciplinari. Nessuno se ne preoccupa, anzi, nemmeno si parla di loro, che rischiano di diventare i capri espiatori del difficile momento che la Banca sta attraversando. Noi difenderemo con tutti gli strumenti a nostra disposizione i diritti e i posti di lavoro dei più di tremila dipendenti del gruppo”, concludono i sindacati.