“Azimut Benetti continua ad essere un’unica azienda e vorremmo comprendere i suoi piani produttivi futuri complessivi, gli ordinativi, i carichi di lavoro, le condizioni economiche e la distribuzione del lavoro nei siti produttivi in Toscana, dove operano complessivamente centinaia di ditte in appalto e oltre 2.500 lavoratori". Così Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana.
"Riteniamo che l’azienda vada valutata nella sua globalità aziendale e dovrebbe avere un progetto industriale più strutturato. Il passaggio alla costruzione anche di mega yacht necessita più che mai di un rinnovamento nell’organizzazione della filiera produttiva da Viareggio a Livorno, in un’ottica di fascia produttiva larga, senza depotenziare un sito a scapito di un altro. Continuiamo a pensare che bisogna invertire la tendenza riguardo alle assunzioni dirette da parte dei cantieri e la ricostruzione dei reparti produttivi", continua il dirigente sindacale.
"Questi modelli produttivi necessitano di una conduzione professionale dei lavoratori più strutturata. Mai si era visto un rapporto tra lavoratori diretti e appalti così elevato negli ultimi 30 anni e questo modello di sviluppo rischia di essere di corto respiro. Notiamo altresì una mancanza di chiarezza anche da un punto di vista societario, in quanto convincerebbe poco l’ipotesi di una vendita di una parte aziendale. A breve, attendiamo un incontro specifico su Azimut Benetti in Regione, per comprendere le prospettive del gruppo e il piano industriale", conclude il sindacalista.