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Lo scorso aprile, il 12 e il 13, Fondimpresa ha organizzato un seminario dal titolo "Il lavoro al centro" nel quale si sono confrontati imprese, sindacati, politici ed esponenti della società civile. In quella occasione abbiamo intervistato per Collettiva il Presidente di Fondimpresa, Aurelio Regina.
"Lo stato della formazione è buono, certamente dovrà considerare le sfide future, chiamate dalle grandi trasformazioni, digitale, ecologica e sociale. Davanti a questi grandi cambiamenti la formazione dovrà strutturarsi, fare sistema e trovare un percorso nuovo nell’interesse di imprese e lavoratori. Dovremo continuare a interpretare al meglio i bisogni dell’impresa, accompagnare imprese e lavoratori nel futuro, nelle complessità che si troveranno ad affrontare. Il mondo è diventato più competitivo, ancor più globalizzato. Il lavoratore sarà fondamentale in questo processo. Per avere un lavoratore moderno, strutturato e in linea con le esigenze, abbiamo bisogno di avere un lavoratore sempre più competente, sempre più formato,
Oggi le conoscenze sono il vero patrimonio e la vera ricchezza di un lavoratore, probabilmente un lavoratore cambierà tante volte lavoro nel suo percorso e si porterà dietro il suo bagaglio di esperienze e di conoscenze, un bagaglio che dovrà continuamente aggiornare: si deve passare dal patrimonio aziendale al patrimonio del singolo lavoratore.
Abbiamo fatto tanti passi avanti in questi 19 anni - ha detto Aurelio Regina - e ci auguriamo di farne altri. Oggi Fondimpresa è la più grande realtà della formazione finanziata nel nostro Paese, da zero abbiamo costruito un fondo con oltre 211mila aziende e 5 milioni di lavoratori, quindi oltre il 50 per cento del totale dei lavoratori che aderiscono ai fondi interprofessionali. Questo ci dà una grande responsabilità, le cose da fare sono ancora tante.
Le cose da fare saranno le basi per costruire i prossimi venti, cinquant’anni. Di formazione ce ne sarà sempre bisogno, il mondo è destinato a subire enormi mutazioni e cambiamenti e quindi anche il mercato del lavoro cambierà nei prossimi decenni a ritmi molto intensi. Noi ci saremo perché ci sarà bisogno sempre di competenze nuove, di cui oggi non riusciamo neanche a immaginare i contenuti. Noi saremo lì a progettare il futuro".