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Il 30 ottobre sciopero nazionale proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e incontro al Mise per la vertenza che interessa i 18.000 lavoratori della rete vendita Auchan e Sma acquisiti da Conad.
Per la Filcams Cgil il timore è che Conad nasconda un’operazione con un impatto sociale drammatico, con esuberi sia tra i dipendenti diretti che tra quelli degli appalti dei servizi, della logistica e della vigilanza, per questo è stata dichiarata la mobilitazione e la richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di convocare le parti. Conad dovrà innanzitutto fare chiarezza sulle reali capacità di risollevare le sorti della rete vendita, solo un terzo di questa al momento è salva e manca un progetto per gli ipermercati, per le sedi e la logistica e per i rischi di sovrapposizioni tra la rete acquisita dalla multinazionale francese e quella preesistente di Conad.
“Abbiamo il timore fondato che potrebbero esserci migliaia di esuberi” afferma Alessio Di Labio segretario nazionale della Filcams Cgil “le scomposte dichiarazioni di Pugliese, che parlano di virus e di morte, sembrano fatte per mettere le mani avanti di fronte la pressione dello sciopero annunciato” e poi continua “la rete Auchan e Sma è fatta di migliaia di lavoratrici e lavoratori vivi e vegeti, con dietro altrettante famiglie, che non possono essere liquidati con metafore che riteniamo offensive”.
Secondo la Filcams Cgil se Conad vuole essere il leader di mercato deve prendersi la responsabilità della salvaguardia occupazionale e delle condizioni di lavoro, i due obiettivi che il sindacato si pone e che verranno ribaditi all’incontro del 30 Ottobre 2019.
In occasione dello sciopero i lavoratori faranno presidi in tutta Italia e sotto la sede del MISE, decisi a proseguire la mobilitazione fino a che Conad non darà risposte positive.
“La crisi del commercio deve essere affrontata tutelando i lavoratori, le imprese come Conad non possono pensare di far fronte alla fase facendo pagare il prezzo a lavoratrici e lavoratori che non hanno colpe” aggiunge Di Labio “questa istanza verrà posta anche al Ministero: dai governi in questi anni l’unico intervento ha riguardato la liberalizzazione delle aperture domenicali e festive e non è mai stata fatta un’analisi attenta sullo stato del settore”.