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È Asti, con i suoi 41 casi, la provincia piemontese più colpita dal coronavirus. Un dato che sembra, purtroppo, destinato a crescere se si pensa che da mercoledì a oggi i casi in Piemonte sono saliti da 84 a 97. Sono 53 le persone tuttora ricoverate in ospedale; di queste, 22 sono ospitate in reparti di malattie infettive, 17 si trovano in terapia intensiva e 14 in altri reparti. Due le vittime, a Tortona e Novi ligure. Le persone in isolamento fiduciario domiciliare sono in tutto 44. Tra loro anche buona parte degli anziani che si trovavano ad Alassio per uno dei soggiorni marini organizzati dalla Provincia di Asti che, intanto, ha disposto in via precauzionale la chiusura degli uffici in cui lavorano gli impiegati che avevano accompagnato i gruppi in Liguria.
E mentre il presidente della Regione Cirio invita a non abbassare la guardia e a restare uniti, il sindaco Maurizio Rasero - tenuto conto del fatto che le azioni di prevenzione e sorveglianza messe in atto per il contenimento della diffusione del Covid-19 rischiano di determinare pesanti ricadute economiche su famiglie e imprese - ha deciso di ridurre le rette dovute all’amministrazione dalle famiglie che usufruiscono dei servizi educativi dei sei nidi d'infanzia comunali. Restano aperti gli esercizi commerciali (chiusi, però, “per ferie” o “per lavori” quasi tutti i negozi, i centri estetici e i ristoranti cinesi, colpiti dalla psicosi da contagio), con alcuni momenti di assalto ai supermercati, dove diventa sempre più difficile trovare disinfettanti quali l’Amuchina. Per questo alcune farmacie cittadine si sono attrezzate, producendo per i propri clienti gel disinfettanti home made.
Intanto, recependo le indicazioni regionali, le scuole si stanno attrezzando, spesso a totale carico del corpo docente, per svolgere l'attività didattica a distanza, con videoconferenze e l’utilizzo di piattaforme di condivisione. Ma il problema scuola va ben oltre, ad Asti come altrove, la sola questione relativa al programma da svolgere per l’anno in corso. Numerose, infatti, le proteste da parte del personale Ata delle scuole statali e del personale dipendente dei centri di formazione professionale e delle scuole non statali, che non sono coinvolti dalla sospensione dell’attività didattica.
Un’ulteriore criticità, spiega il segretario generale delle Cgil di Asti, Luca Quagliotti, è rappresentata dagli addetti alle mense scolastiche e ai servizi di pulizia e dagli assistenti scolastici, che lavorano per cooperative e il cui compito è quello di integrare il sostegno ai ragazzi. “Questi lavoratori - sottolinea - non sono coperti da stipendio nelle giornate di chiusura delle scuole, dunque per loro è necessario ricorrere al Fis o ad altri strumenti contrattuali”.
Quagliotti evidenzia, inoltre, le enormi difficoltà che stanno affrontando i lavoratori della sanità, difficoltà che, in questo caso, non sono legate al salario, ma alla tutela della salute. “Troppo spesso i lavoratori si trovano ad operare in strutture che sottovalutano il problema coronavirus, non fornendo agli operatori gli strumenti necessari ad affrontare nel miglior modo possibile la situazione”.
Altro problema da affrontare è quello legato alle aziende di trasporti su lungo raggio: alcune ditte hanno, infatti, sospeso i viaggi mettendo i lavoratori in ferie forzate o attivando gli ammortizzatori. Ad oggi non sono stati, invece, evidenziati problemi in aziende di altri settori presenti sul territorio; è però nell’aria la volontà, da parte di alcune fabbriche, di chiudere gli stabilimenti in via precauzionale.