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“Non registriamo passi in avanti, anzi una riduzione degli investimenti pubblici e privati dovuta al rinvio della produzione di acciaio magnetico”. Questo il commento della Fiom Cgil all’incontro che si è tenuto oggi (lunedì 30 dicembre) presso il Mimit riguardo allo stato di avanzamento dell’accordo di programma di Acciai Speciali Terni.
“C’è anche una stretta sull’arco temporale per la soluzione del costo dell’energia, nella fase transitoria, che sarà possibile eventualmente solo per gli anni 2027-2028”, aggiungono Loris Scarpa (responsabile siderurgia Fiom Cgil nazionale) e Alessandro Rampiconi (segretario generale Fiom Cgil Terni): “L’azienda ha ribadito, infine, che senza una soluzione sul costo dell’energia, anche nella fase transitoria, sarà costretta ad incrementare l’importazione di semilavorati dall’Asia”.
Per la Fiom, coerentemente con quanto detto nei precedenti incontri, l’area a caldo deve rimanere centrale nelle produzioni di Terni e nei piani di sviluppo dell’intero ciclo integrato senza alcun impatto occupazionale, visto che a oggi gli impianti non sono saturi e comunque non va incrementata l’importazione di bramme oltre l’attuale 10 per cento.
“In merito al fantomatico accordo di programma, che non vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali, chiediamo che gli impegni istituzionali e aziendali siano garantiti a prescindere”, proseguono Scarpa e Rampiconi: “Il governo ha preso l’impegno di trovare delle soluzioni temporanee, in sinergia con Regione Umbria e azienda, entro il 20 gennaio 2025”.
I due dirigenti sindacali così concludono: “Pertanto, considerata la permanenza di tutte le criticità iniziali, ribadiamo che nello stabilimento ternano continua a rimanere in atto lo stato di agitazione dei lavoratori”.