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Pochi e anziani, nonché spesso vittime di feroce violenza. È il desolante stato in cui versano gli assistenti sociali, figura ormai in via di estinzione negli uffici pubblici. A denunciarlo è la Funzione pubblica della Cgil, riprendendo l'allarme lanciato dal Consiglio nazionale dell'ordine degli Assistenti sociali (Cnoas) in audizione alla Camera sul "decretone", nell'ambito della sua campagna #AssunzioniSubito per un piano straordinario di nuova occupazione nelle pubblica amministrazioni. Un segmento specifico, quello degli assistenti sociali, che la Fp fa emergere perché "tassello cruciale, nonché colpevolmente sottovalutato, del nuovo impianto del reddito di cittadinanza".
Per il sindacato di categoria, infatti, "lo stato in cui versano gli assistenti sociali è un evidente paradosso, soprattutto in vista dell'entrata a regime del reddito di cittadinanza e, nello specifico, per quella quota di richiedenti che, in condizioni di fragilità, sarà indirizzata verso il patto per l'inclusione. A dispetto di quanto sulla carta previsto in termini di assunzioni per i centri per l'impiego, nonché con le assunzioni dei navigator, per gli assistenti sociali non c'è in vista alcun investimento in termini di nuova occupazione. Nel frattempo gli assistenti sociali, pochi, invecchiano e sono sempre più soggetti a violenza".
Per questo, aggiunge la Funzione pubblica, "condividendo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dal Cnoas, è più che concreto il rischio che i servizi sociali spariscano, in un momento in cui le fragilità aumentano. Senza investimenti e senza nuove assunzioni, che garantiscano almeno le 5 mila fuoriuscite stimate dal Cnoas per effetto di un'età media ben oltre i 50 anni e per via di quota 100, i servizi sociali collasseranno".
È un settore che anche per il funzionamento pieno del reddito di cittadinanza ha bisogno di personale e, soprattutto, di personale dedicato, dato che con la carenza di organico che si registra molto spesso gli assistenti sociali sono costretti a svolgere funzioni prettamente amministrative. "Per questo sosteniamo le agitazioni in tutti i territori - aggiunge la sigla -, a partire dallo sciopero proclamato per il 21 marzo delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi sociali di Roma Capitale. Servono nuove assunzioni e servono subito".