“La lotta con il sindacato è l’unica cosa da fare. Dobbiamo essere una mano chiusa, come un pugno, per fare più rumore”. È con le parole di un lavoratore della Coopservice, sommerso dagli applausi di compagne e colleghi, che si è chiusa a Salerno l’assemblea sindacale all’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.
L’incontro è stato organizzato per presentare la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil e in vista della manifestazione di sabato 20 maggio a Napoli. Alla riunione sono intervenuti i segretari generali di Salerno della Fiom (Francesca D’Elia), della Fp (Antonio Capezzuto) e della Filcams (Maria Rosaria Nappa).
Un incontro centrato in particolare sulla difficile situazione dei lavoratori degli appalti. Quelli della Coopservice, appunto, che si occupano della manutenzione degli impianti termici, elettrici e idraulici dell’ospedale. Lavoratori che rischiano di perdere il posto a ogni cambio appalto, che in media la Regione Campania mette a bando ogni quattro anni.
O come gli addetti a mense e pulizie, dipendenti della Colser Servizi. Una platea di donne, spesso monoreddito e fin troppo spesso con un part-time involontario: un servizio archetipico del “lavoro povero”, con un salario che rende quasi impossibile arrivare a fine mese.