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Nei reparti l'organico è ridotto al minimo, pochi lavoratori fanno lo stretto indispensabile, con il rischio di peggiorare la sicurezza degli impianti e quindi la tutela degli addetti. Questo il quadro dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto secondo Francesco Brigati, coordinatore di fabbrica della Fiom Cgil, interpellato dall'agenzia Agi. "L'azienda ci sta provocando", afferma.
"Abbiamo scritto anche ad Arpa Puglia, allo Spesal dell'Asl e alla Procura, oltre che al governo e al prefetto di Taranto - spiega il sindacalista -. Si rendano conto della condizione grave in cui è quella fabbrica. Facciano ispezioni, sopralluoghi. Intervengano. Fermino gli impianti dove si rivelerà ormai necessario". Brigati racconta poi che "ieri sera, verso le 18, l'azienda ci ha detto che il portafoglio ordini si è svuotato e che bisognava intervenire in altri reparti tra fermate e riduzioni dei turni di lavoro. Tutto viene comunicato telefonicamente all'ultimo momento, senza dettagli, con una informazione stringata, come se il portafoglio clienti si fosse assottigliato nel giro di qualche ora. Assurdo".
Intanto sono in aumento le contestazioni rivolte ai lavoratori: come penalizzazione, racconta ancora il sindacalista, "si va dalla multa, con la sottrazione di qualche ora di lavoro, alla sospensione di uno o due giorni. Non che prima non ci fossero le contestazioni, ma diciamo che c'è stata una fase in cui, a fronte di un episodio, i capi richiamavano prima il lavoratore ritenuto responsabile, ne parlavano con lui, mentre adesso si passa direttamente al provvedimento disciplinare".