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Sciopero immediato in tutto lo stabilimento ex Ilva di Taranto e in ogni realtà aziendale ArcelorMittal indetto da Fim, Fiom, Uilm a seguito della tragedia avvenuta nell'area del porto della fabbrica, agli impianti marittimi, dove, a causa della tromba d'aria che ha colpito la città intorno alle 19.30, una delle gru, la Dm5, è crollata in mare. La protesta, di 2 ore, sarà effettuata con le modalità da definirsi a livello di ogni singolo territorio. Il crollo dell'intero impianto, alto circa 80 metri, ha travolto anche l'operatore che era nella cabina di guida: un dipendente di ArcelorMittal, un 40enne della provincia di Taranto, è finito in mare restando incastrato nella stessa cabina. Ufficialmente risulta ancora disperso, ma ormai sono quasi nulle le speranze di ritrovarlo in vita. Ieri sera, a tarda ora, le ricerche in mare sono state sospese. “Riprenderanno il prima possibile”, ha comunicato ArcelorMittal. A quanto si apprende, la sospensione è stata effettuata per motivi di sicurezza essendoci altre gru in pericolo nella stessa area. Fim, Fiom e Uilm, in aggiunta, hanno dichiarato 2 ore di sciopero da effettuarsi in ogni realtà aziendale ArcelorMittal con le modalità da definirsi a livello di ogni singolo territorio.
Le gru che servono al carico sulle navi dei prodotti finiti e allo sbarco delle materie prime sono su uno sporgente portuale gestito in autonomia dall'ex Ilva. Lo sciopero scattato nelle scorse ore nel siderurgico segue quello che i sindacati hanno indetto il 4 luglio, di 24 ore, per protestare contro la cassa integrazione chiesta dall'azienda per 1.400 lavoratori per 13 settimane. Stavolta, invece, è per una tragedia sul lavoro. Nello stesso luogo, il quarto sporgente del porto, si sono verificate diverse tragedie negli ultimi anni. Nell’estate del 2012, in una situazione assai simile, morì un operaio di 29 anni, Francesco Zaccaria. Nel 2014 un altro incidente con due operai salvi per miracolo. Un anno fa è morto invece Angelo Fuggiano, dipendente di una ditta dell’indotto: stava sostituendo la fune a una gru quando la carrucola si staccò e colpì l’operaio, uccidendolo.
“Ormai da anni – spiegano i sindacati – assistiamo a continui rinvii e mancanza di assunzioni di responsabilità da chi e deputato a garantire la sicurezza della fabbrica dal punto di vista del rispetto della vita umana”. Fim, Fiom, Uilm e Ugl fanno sapere che la forma di protesta messa in atto quest'oggi non terminerà sino a quando azienda, istituzioni locali, regionali e nazionali e organi di controllo, ognuno per il proprio ruolo, forniranno le dovute indicazioni a garanzia dei lavoratori e cittadini di questo territorio: “Chiediamo – dicono ancora le sigle sindacali – l'immediata convocazione di un tavolo istituzionale straordinario che assuma decisioni e provvedimenti che cambino radicalmente lo stato di cose presenti all'interno dello stabilimento siderurgico”.