La prima parte della trattativa si è conclusa con un mancato accordo. La procedura di licenziamento collettivo per 31 lavoratori aperta il 20 giugno scorso dalla Aptuit di Verona, azienda fornitrice di servizi farmaceutici che fa parte della multinazionale tedesca Evotec, quindi è ancora attiva.

Le motivazioni dell’azienda

La Aptuit, già frutto nel luglio 2010 di cessione di ramo d’azienda da parte di Gsk, dall’agosto 2017 fa parte della multinazionale tedesca. Al tavolo negoziale la società ha motivato la decisione come conseguenza di scelte fatte direttamente dal gruppo Evotec relativamente a una performance finanziaria che, dopo anni di continua crescita, ha evidenziato una riduzione di marginalità nel 2023. In altre parole, i guadagni dell’azienda sono stati inferiori al passato.

La posizione dei sindacati

“Fin dal primo incontro è emersa un’ampia distanza tra le parti al tavolo negoziale, per cui l’epilogo di questa prima parte era piuttosto scontato”, spiegano Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici: “Durante gli incontri abbiamo manifestato la piena contrarietà rispetto a un'operazione che non ha alcun senso logico sul sito di Verona, in quanto i risultati finanziari locali sono in positivo, così come le prospettive dei prossimi mesi”.

La procedura di licenziamento riguarda 31 lavoratori (su 902 dipendenti), in prevalenza ricercatori farmaceutici. “Tutto questo – proseguono le quattro sigle – senza prevedere una sola ora di cassa integrazione e con il paradosso che per molti lavoratori è difficile addirittura smaltire le ferie, visti gli attuali carichi di lavoro e le prospettive future di commesse in ingresso”.

Per i sindacati si tratta di “un’operazione che andrà a privare il sito di Verona di figure professionali altamente specializzate e qualificate che rappresentano, insieme a tutti gli altri dipendenti, il vero capitale sociale e umano dell’azienda. Il centro ricerche è un’importante realtà in campo scientifico, un vero gioiello per il territorio veronese ed eccellenza a livello nazionale”.

La partita si sposta ora a livello regionale, all’interno della cosiddetta “procedura in sede amministrativa”. Nel corso del mese le parti “saranno impegnate nel tentativo di raggiungere un accordo che, per quanto ci riguarda, dovrà trovare la massima salvaguardia nei confronti dei lavoratori coinvolti, considerando la difficile ricollocazione nell’attuale mercato del lavoro. Le ridottissime tempistiche imposte da Evotec per l’attuazione dei licenziamenti porteranno i lavoratori impattati, e tuttora all’oscuro del loro destino, a incassare e metabolizzare la scelta unilaterale dell’azienda in meno di tre settimane”.