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Otto ore di sciopero nazionale in aprile da organizzare in tutti i territori. Questa la decisione di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil annunciata oggi (lunedì 7 aprile) nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Roma. Le tre categorie hanno anche comunicato il blocco degli straordinari e delle flessibilità, nonché lo stop a tutti quegli aspetti normativi che necessitano di un parere positivo delle Rsu o dei sindacati (fatta eccezione per gli ammortizzatori sociali).
Contratto e salario
Il ccnl, scaduto a fine giugno 2024, riguarda un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori. La trattativa (iniziata il 30 maggio 2024) si è interrotta dopo otto incontri ormai cinque mesi fa, precisamente il 12 novembre scorso, quando la parte datoriale ha presentato una “contro-piattaforma” invece di negoziare su quella messa a punto dai sindacati. Da allora, i sindacati hanno già effettuato 24 ore di sciopero complessive.
Fiom, Fim e Uilm, sul fronte del salario, chiedono un aumento medio a regime per il livello C3 (ex quinto livello) di 280 euro lordi per il triennio luglio 2024-giugno 2027. Le imprese offrono invece un aumento medio allo stesso livello di 173 euro, sulla base dell'indice Ipca, per di più allungando la vigenza del contratto di un anno, fino a giugno 2028.
De Palma, Fiom: “Scioperiamo per il futuro del Paese”
“Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica sembrano le famose ‘tre scimmiette’: non vedono, non sentono, non parlano”. Esordisce con una battuta il segretario Fiom Cgil Michele De Palma: “Non vedono i dazi, la crisi, la cassa integrazione, gli scioperi, non vedono tutto ciò che il resto del Paese invece vede. Non ascoltano le organizzazioni sindacali, i lavoratori dentro le fabbriche, che sono sempre più coinvolti come dimostra la partecipazione crescente agli scioperi, non ascoltano le stesse imprese che rappresentano”.
Ma soprattutto “non parlano” con i sindacati. “Questo è un comportamento anti-democratico”, aggiunge il leader Fiom: “In una trattativa si possono avere posizioni diverse e il confronto può anche essere duro. Ma è inaccettabile che, a fronte del trovarsi in disaccordo, si faccia saltare il tavolo negoziale. Soprattutto in un momento difficile come questo, che invece chiederebbe senso di responsabilità”.
De Palma ritiene che occorra agire su due pilastri: “Da un lato la garanzia dell'occupazione, che si realizza investendo sulle imprese e sui lavoratori, dall’altro rinnovando i contratti nazionali. Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica stanno facendo un danno non solo ai lavoratori, ma al Paese. In momenti come questo è necessario, invece, avere un confronto democratico per trovare le giuste soluzioni alla piattaforma che abbiamo presentato per garantire il futuro occupazionale e industriale dell’Italia”.
Il dirigente sindacale rimarca che “i lavoratori da tempo stanno soffrendo la crisi, la stanno pagando con l’inflazione, con la perdita del proprio potere d'acquisto. E conoscono bene tutti i problemi derivanti dalla transizione ecologica e dai dazi. Siamo costretti a scioperare per salvaguardare il futuro del nostro Paese e per reagire al muro innalzato dalle imprese”.
De Palma rinnova al governo la richiesta di detassare gli aumenti contrattuali. “Con l’andamento della tassazione un lavoratore metalmeccanico, al livello D2, da gennaio 2025 sta perdendo 37 euro al mese rispetto all’annualità precedente dei 123 euro che avevano avuto di aumento, questo a causa del regime fiscale che è stato modificato in Italia. Noi chiediamo che gli incrementi salariali vengano riconosciuti interamente ai lavoratori, dunque che si detassino gli aumenti contrattuali”.
Il segretario generale Fiom così conclude: “Un Paese che vuole avere un futuro, in una fase così complicata per l'economia e l'industria, ha bisogno di rinnovare i contratti nazionali. Vogliamo più salario, la riduzione dell'orario, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, più tutele e diritti per i lavoratori anche degli appalti. Questo è l'investimento sul futuro che il sistema delle imprese deve fare e su cui chiediamo la garanzia da parte del governo”.
Sindacati: “Da imprese scelta inaccettabile”
“Nonostante la buona riuscita dello sciopero nazionale unitario dei metalmeccanici del 28 marzo scorso, la posizione di Federmeccanica e Assistal è rimasta ferma nell’assoluta indisponibilità a riprendere il confronto, superati ormai gli otto mesi dalla scadenza del contratto”, illustrano i segretari generali Michele De Palma (Fiom Cgil), Ferdinando Uliano (Fim Cisl) e Rocco Palombella (Uilm Uil).
“La decisione di Federmeccanica e Assistal – proseguono – di impedire la ripartenza della trattativa attraverso la conferma della loro ‘contro-piattaforma’ è una scelta inaccettabile, perché di fatto azzera le richieste salariali e normative, non rispettando le regole condivise nell’ultimo rinnovo del ccnl”.
Per i leader metalmeccanici occorre negoziare a partire dalla piattaforma sindacale presentata: “Questo risulta ancora più urgente alla luce della situazione delle lavoratrici, dei lavoratori e dell’industria. Il comportamento di Federmeccanica e Assistal mina le relazioni industriali e sindacali, ciò avrà dirette conseguenze a tutti i livelli”.
I recenti dazi Usa e il complesso contesto economico e industriale del Paese rendono “sempre più urgente l’assunzione di responsabilità da parte di Federmeccanica e Assistal per riprendere il negoziato e rimettere al centro il ruolo della contrattazione. La piattaforma sindacale è in continuità con il rinnovo del febbraio 2021 che prevedeva, a fronte delle trasformazioni in atto, gli strumenti contrattuali innovativi a garanzia dell’industria, dell’occupazione, degli aumenti salariali”.
De Palma, Uliano e Palombella così concludono: “Il comportamento di Federmeccanica e Assistal sembra invece orientato al ridimensionamento salariale e delle norme contrattuali, con un atteggiamento di delegittimazione del sindacato”.