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“Con le modifiche approvate, prima al Senato e ieri sera alla Camera, da ultimo con il ripristino dell’obbligo di clausola sociale nei bandi di gara che impone alle imprese subentranti di mantenere tutto il personale precedentemente impiegato, il Parlamento mette al centro della legge delega sugli appalti la tutela dell’occupazione e del buon lavoro. Questo, al netto di una distanza che ancora permane in materia di concessioni e su cui continua la battaglia della Cgil, è un grande risultato dell’azione della Confederazione, della Filcams e della Fillea e di tutto il sindacato unitario”. Lo dichiarano in una nota congiunta Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, e Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil.
“Ora i decreti legislativi, a cui potrà concorrere nella redazione anche il Consiglio di Stato oltre che i ministri competenti a partire dal Mims, dovranno essere coerenti con i principi indicati dal Parlamento. Ringraziamo i senatori e i deputati della maggioranza che hanno sostenuto le richieste dei lavoratori e del sindacato che si erano mobilitati in queste settimane”.
Il Parlamento nello specifico, spiega il sindacato, ha sancito la non derogabilità delle misure a tutela del lavoro, della sicurezza, del contrasto al lavoro irregolare (cioè quanto già previsto dagli articoli 23, 30 e 105 dell’attuale Codice), l’obbligo di clausola sociale nei cambi di appalto per garantire i livelli occupazionali, l’obbligo di applicazione dei ccnl in relazione alle attività dell’appalto svolte anche in modo prevalente.
Poi vengono ulteriormente sanciti la parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e sub-appalto, l’esclusione sia dei costi per la sicurezza sia dei costi della manodopera da possibili ribassi d’asta, la maggiore qualificazione delle stazioni appaltanti con la piena attuazione della Banca dati nazionale dell’Anac e relativo fascicolo virtuale dell’operatore, l’adeguamento automatico dei prezzi e tariffe alla luce degli aumenti salariali.
“Ora – concludono Cgil, Filcams e Fillea – attendiamo il completamento dell’iter parlamentare della legge delega, ma è evidente che chi scriverà materialmente i decreti attuativi del prossimo Codice dovrà essere coerente con l’impostazione più generale, che da un lato salvaguarda le tutele già previste dall’attuale Codice e dall’altro, escludendo la possibilità di ribassi sui costi della manodopera, favorisce la crescita e la specializzazione delle aziende, valorizzando il lavoro, la sua qualità, continuità e salvaguardia, la salute e la sicurezza, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro. A dimostrazione che quanto il legislatore ascolta e si confronta con le organizzazioni dei lavoratori si può fare sia presto che bene".