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Spinte dalle parti sociali, e soprattutto dal giudizio fortemente negativo della Cgil, ora anche tutte le opposizioni fanno un passo congiunto per fermare le norme sui contratti contenute nel correttivo del codice appalti varato dal Governo, e su cui il Parlamento è chiamato a esprimere un parere (non vincolante) nei prossimi giorni.
Il decreto correttivo "modifica in modo rilevante le regole che guidano la scelta del contratto che deve essere applicato, a garanzia delle tutele economiche e normative da riservare ai lavoratori, in caso di appalti e subappalti pubblici. Lo fa, in particolare, introducendo criteri nuovi per definire le organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative". Si legge in un nota a firma Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e +Europa.
“Questi criteri - continua il testo - non sono stati oggetto di confronto con le parti sociali, che, sia pure nell’articolazione delle proprie posizioni, dapprima in audizione e poi con interventi pubblici, hanno evidenziato la necessità di una riflessione più approfondita. Alle sollecitazioni venute dalle principali associazioni datoriali – Abi, Ania, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria e Legacoop – che hanno inviato alle Commissioni una loro proposta di valutazione della rappresentanza, si è aggiunta ieri la proposta di Cgil e Uil di avviare un confronto che coinvolga tutte le principali forze sociali sulla corretta definizione di organizzazioni sindacali e datoriali ‘comparativamente più rappresentative’. Anche la Cisl ha oggi ribadito la necessità che la materia sia oggetto di confronto fra le associazioni sindacali e datoriali”.
“Ci rivolgiamo quindi al governo perché si faccia parte attiva per favorire il necessario confronto fra le parti sociali su un tema di così grande rilevanza per la democrazia economica e le relazioni industriali del nostro paese. A questo fine è necessario, pur pretendendo tempi certi, che il governo faccia la prima mossa, togliendo dal decreto correttivo le norme che intervengono sull’individuazione del contratto più rappresentativo, fino all’esito del confronto fra le parti”, dichiarano infine Maria Cecilia Guerra (Pd), Valentina Barzotti (M5s), Franco Mari (Avs), Elena Bonetti (Azione), Silvia Fregolent (Italia Viva), Riccardo Magi (Più Europa) che seguono la vicenda per i rispettivi partiti.