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Appalti ministero della Giustizia: una settimana di presidi in tutta Italia per chiedere più certezze e stabilità e l’avvio del processo di internalizzazione. Lo hanno deciso Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti che in una nota rilevano come “lo scorso 19 gennaio, a seguito dello sciopero dei fonici, trascrittori e stenotipisti forensi impiegati nell’appalto del ministero della Giustizia, avevamo chiesto al ministro Nordio un incontro finalizzato ad effettuare un confronto sulle ragioni della protesta, ma ad un mese da quella richiesta non abbiamo ricevuto nessuna risposta”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti in una nuova lettera al ministro Nordio sono tornate a chiedere la calendarizzazione di un incontro, sottolineando “la gravità dell’assenza di risposte nei confronti di lavoratrici e lavoratori che, invece, dopo anni di precarietà e di mancato riconoscimento dell’altissima professionalità con la quale assicurano l’efficace funzionamento della Giustizia nel nostro Paese, meritano considerazione e stabilità occupazionale”.
“Da oggi e fino al 25 febbraio – proseguono le organizzazioni sindacali – si terranno presìdi in tutta Italia per ribadire le nostre richieste relative all’avvio di una procedura di internalizzazione che preveda l’assunzione da parte del ministero della Giustizia di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori dell’appalto, nessuno escluso; il confronto tra il ministero e le OO.SS. sulle modalità di attuazione della riforma Cartabia; erogazione da parte ministeriale di percorsi di formazione relativi alle nuove modalità di svolgimento dei servizi, con certificazione delle professionalità; l’attivazione di un tavolo di contrattazione sulla situazione attuale dell’appalto e sulla gestione delle future scadenze; la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali e salariali”.
“La competenza e la professionalità che dimostrano ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori del comparto - concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti - meritano condizioni di lavoro migliori, più stabilità e soprattutto maggiore riguardo da parte del ministro che continua a sottovalutare la delicatezza del servizio che questi lavoratori svolgono”.