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Una situazione difficilissima che mette in crisi il lavoro e ricade su Ama, l'azienda d'igiene urbana del Comune di Roma. L’appalto della raccolta differenziata porta a porta per le utenze non domestiche, affidato all’Ati (costituita da Roma Multiservizi, Isam e Sea), si sta rivelando fallimentare. A denunciarlo sono Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel Roma e Lazio, rilevando che “a detta delle aziende le utenze realmente coperte dal servizio sarebbero la metà di quelle previste dal capitolato, e questo comporterebbe un fatturato minore del previsto. Le società hanno già ridotto il personale e adesso annunciano ulteriori licenziamenti e tagli sui mezzi. Col risultato che Ama, già in pessime condizioni, si trova a coprire con proprie risorse un servizio affidato all’esterno”.
Per oggi, venerdì 12 aprile, i sindacati hanno dunque indetto lo sciopero dei lavoratori delle aziende in appalto, organizzando per le ore 9 anche un presidio in Campidoglio (sede del Comune). “L’appalto avrebbe dovuto aumentare i livelli di raccolta differenziata e potenziare la forza lavoro, ma si è rivelato un flop", spiegano i segretari generali di Fp Cgil (Natale Di Cola), Fit Cisl (Marino Masucci) e Fiadel (Massimo Cicco): "Prima la Sea, che non ha rinnovato i contratti di 19 lavoratori in somministrazione, poi il licenziamento collettivo di 36 lavoratori della Isam e la ricollocazione di 50 operatori di Roma Multiservizi. Ricollocazione a propria volta non priva di incertezze, perché anche le altre commesse della società sono in scadenza".
I lavoratori sono a rischio, quindi, e Ama, i cui dipendenti sono in stato di agitazione "per le tantissime incognite che ancora gravano sul futuro della partecipata e rendono difficile l’ordinaria gestione dei servizi, peggiorando le condizioni di lavoro, non affronta i problemi. È una delle tante criticità ormai insostenibili per un’azienda pubblica ancora senza vertici e in enormi difficoltà". Di Cola, Masucci e Cicco concludono evidenziando che “in questi mesi è stato impossibile avere un tavolo per provare a uscire da questa impasse, mentre i lavoratori sono stati al centro di uno scaricabarile colpevole. Non c’è più tempo: è intollerabile che di fronte ai disservizi e ai licenziamenti nessuno prenda in mano la situazione”.