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“Non è più sopportabile vedere tutti i giorni locandine e volantini di convocazioni di assemblee, in varie parti d'Italia, con la presenza ora del presidente della commissione Cultura della Camera, ora di un sottosegretario del Miur, per parlare dell'internalizzazione delle pulizie delle scuole, quando a oggi non è stata scritta nemmeno una riga del decreto interministeriale che rende effettivo il provvedimento inserito nella legge di Bilancio 2019”. Lo affermano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, che da tempo sollecitano la ripresa di un tavolo politico governativo necessario per dare corpo e gambe all'internalizzazione che dovrebbe attuarsi a partire da gennaio dell’anno prossimo.
“A oggi nessuna risposta è arrivata. Non ci risulta – osservano i sindacati – che nessun ministero tra quelli interessati (Istruzione, Lavoro, Pubblica amministrazione, Economia) abbia anche solo iniziato a interloquire con gli altri per capire come costruire le regole del concorso per domande e titoli, senza il quale, ovviamente, l'internalizzazione non potrà avere luogo. Nonostante ciò i diversi esponenti delle forze governative, solo a mero scopo elettorale, non perdono occasione per andare in giro a dichiarare che tutto è fatto, non tenendo in nessuna considerazione quanta aspettativa si è creata tra le lavoratrici e i lavoratori intorno alla misura legislativa messa in campo con la legge di bilancio 2019”.
Le tre sigle sindacali ricordano che da ormai quasi vent’anni le lavoratrici e i lavoratori cosiddetti “ex Lsu e appalti storici” rincorrono i diversi governi per avere certezza del proprio posto di lavoro a ogni anno scolastico e che ogni volta le soluzioni sono state trovate all’ultimo minuto, dopo scioperi e iniziative di protesta. “Non giova, tra l’altro, il profondo silenzio dei ministri dell’Istruzione e del Lavoro i quali, pur essendo consapevoli che con l’internalizzazione una parte di lavoratori perderà il posto per mancanza dei requisiti – banalmente, non hanno il titolo di studio utile per poter accedere a tale percorso –, non si preoccupano di definire il decreto interministeriale per evitare che ciò che è stato annunciato come una vera stabilizzazione di fatto si trasformi nella ricostituzione di un bacino di disoccupati o di nuovi lavoratori socialmente utili”.
In conclusione, i sindacati chiedono “con urgenza di dare avvio al tavolo politico di confronto con tutti i ministeri coinvolti per dare risposte certe a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, anziché utilizzare una misura, che oggi è solo sulla carta, per raccogliere voti”.