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Un ponte per tracciare collegamenti, connessioni, strade per lotte comuni nel rispetto delle differenze. È questo, a un anno di distanza dalla nascita, che Apiqa (l’associane di quadri, professionisti e alte professionalità della Cgil) fa e intende continuare fare. Un ponte che prova a unire un mondo del lavoro sempre più frammentato e che avverte l’esigenza, che cresce in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, di tutele collettive, pur avendo scelto spesso consapevolmente il lavoro autonomo.
Il primo congresso di Apiqa si svolge dal 28 al 1° marzo a Roma (qui il programma) negli spazi innovativi della Sala Troisi. L'associazione è nata, ricorda la presidente, Federica Cochi, dalla fusione di Agenquadri (nata quasi 30 anni fa) e Consulta delle professioni, “un percorso voluto dalla Confederazione e dalle categorie che punta a rappresentare tutto il mondo nuovo del lavoro: non solo i quadri e le alte professionalità ma i professionisti autonomi che sentono la necessità e il bisogno di risposte collettive adeguate, anche se con modalità differenti da quelle dei dipendenti”.
Avete scelto, per il logo del congresso, un’immagine altamente simbolica, quella del ponte…
È quello che vogliamo essere. Un ponte per le persone nel mondo frammentato del lavoro e un ponte per la Cgil e le singole categorie, ovviamente anche sui territori, per mettere in comune le esperienze diffuse che già esistono. Dietro ai ruoli, agli inquadramenti, alle mansioni, ci sono uomini e donne con la propria vita, le proprie aspirazioni e speranze: di questo vogliamo prenderci carico.
Un’azione dunque sia esterna che interna alla Cgil…
Proprio così. E mi spiego. Da un lato lavorare verso l’esterno affinché tra questi lavoratori ci sia la consapevolezza che la Cgil per loro c’è. E, all’interno, rafforzare nelle categorie la rappresentanza di questi lavoratori, portandoli anche dentro all’organizzazione, nei vari organismi.
Nella pratica sindacale, su cosa lavorerete?
Siamo stati molto confortati dai risultati dell’inchiesta Professionista oggi realizzata con la Fondazione Di Vittorio e che presenteremo domani nel corso del congresso (1° marzo, ndr). Le necessità che emergono sono chiare. E le risposte vanno costruite su temi cruciali per la vita delle persone come tutele sociali, maternità, malattia, equo compenso, pensione di garanzia.
Questo per quanto riguarda i professionisti. E per i dipendenti quadri o alte professionalità?
Dobbiamo continuare a insistere con forza sui processi di sindacalizzazione. La crisi ha portato cambiamenti anche in queste realtà – un tempo “privilegiate” – e non solo sulla questione delle retribuzioni, ma anche sulle tutele di cui hanno sempre più bisogno. È un mondo che dobbiamo approfondire, per questo stiamo lavorando a una mappatura della loro presenza all’interno della Cgil e a un’altra più in generale nel mercato del lavoro. Per coinvolgerli sempre di più dobbiamo sapere dove sono, cosa fanno… Infine diamo molta importanza alla formazione con l’attivazione di percorsi specifici su questi temi sul territorio per delegati quadri e non.
Per raggiungere questo mondo del lavoro “nuovo” immagino sia importante lavorare anche su una comunicazione specifica…
Sì. Abbiamo bisogno di linguaggi specifici, modalità di avvicinamento e comunicative particolari: per questo abbiamo aperto la pagina di Apiqa su Linkedin e in un anno di sperimentazione abbiamo avvicinato 7.500 persone: un numero non indifferente per questo universo e con cui abbiamo iniziato a interagire in maniera molto naturale. Buoni risultati li abbiamo raggiunti anche con le pagine Facebook e Twitter.
Prossime sfide?
La strada è questa: continuare a lavorare con le categorie in un’ottica di rete, costruendo ponti anche con le realtà associative che già esistono e che saranno infatti presenti al nostro congresso. Gli esempi ci sono: Strade, l’associazione di traduttori legata alla Slc; il coordinamento degli impiegati e restauratori (Fillea); il coordinamento quadri e alte professionalità della Fisac; i dipendenti degli studi notarili e delle farmacie e gli agenti di commercio (Filcams). C’è tutto un mondo, insomma, in cui la funzione di ponte che Apiqa intende svolgere è sempre più necessaria.