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Morto al suo primo giorno. La cronaca del primo decesso sul lavoro in questa Italia del 2024, tristemente identica a quella degli anni precedenti, ci consegna dopo una manciata di ore del 2 gennaio, la prima vittima del bollettino di guerra quotidiano che a malapena ha rispettato la tregua del primo giorno dell’anno, più per il favore della statistica (gran parte delle persone di primo gennaio sono in ferie) che per altro.
E così il primo morto sul lavoro del 2024 era un autotrasportatore deceduto nell'incidente avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, 2 gennaio, vicino a Pordenone e come detto era al suo primo giorno di lavoro. A riferirlo ai giornalisti, una volta giunto sul posto, il titolare dell'azienda di autotrasporto con sede in provincia di Pordenone che aveva ingaggiato l'uomo. Il camionista, 52 anni, aveva prelevato il mezzo a Oderzo, nel trevigiano, e si stava recando a Valvasone Arzene per un carico di ghiaia. Al momento dell'impatto il cassone era dunque ancora vuoto. Secondo una ricostruzione, il mezzo pesante potrebbe essere uscito di strada, finendo nella scarpata sottostante, nel tentativo di evitare lo scontro con altri due mezzi. Nell’incidente hanno perso la vita altre due persone: una volontaria della Croce Rossa e una paziente a bordo. Quattro i feriti.
Inail: 2023 anno nero
Fino al 30 novembre 2023 sono stati 968 gli infortuni mortali denunciati all'Inail. Il dato registra un lieve calo rispetto ai 1.006 del 2022. Calo dovuto soprattutto a una diminuzione delle morti in itinere, quelle che avvengono lungo il tragitto per e di ritorno dal luogo di lavoro, passati da 284 a 233 (e in questa diminuzione può aver giocato un ruolo l’utilizzo dello smart working). Anche se 968, il numero totale delle morti denunciate, diviso 334, il numero dei giorni dell’anno fino al 30 novembre, dà sempre 2,89. Insomma, la media continua a essere quella di 3 morti al giorno (e mancano comunque al computo i dati del dicembre appena concluso).
Più morti, meno infortuni
Crescono i morti sul posto di lavoro, passati dai 722 del ‘22 ai 745 del ‘23. Rispetto al 2022 calano del 16,8% anche gli infortuni denunciati. In aumento anche le malattie professionali denunciate, che sono state 67.094 (+20,4%). “Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell'orecchio continuano a rappresentare – osserva l'Inail – anche nei primi 11 mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, dalle patologie del sistema respiratorio e dai disturbi psichici e comportamentali”.
"Il calo degli infortuni sul lavoro – osserva l'Inail – che emerge dal confronto tra i primi 11 mesi del 2022 e 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -28,6% (da 268.565 a 191.686 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un – 8,5% (da 383.437 a 350.882). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (- 19,7%) sia quelli comunitari (-13,9%), mentre gli extracomunitari hanno registrato un +0,2%. L'analisi per classi di età rileva diminuzioni in tutte le fasce, a eccezione di quella degli under 20, che registra un +11,0% dovuto principalmente all'aumento infortunistico degli studenti”.
Allarme al Sud
Dall'analisi territoriale degli infortuni registrati dall'Inail nei primi 11 mesi del 2023 emergono cali degli incidenti mortali sul lavoro nel Nord-Ovest (da 276 a 254 casi), nel Nord-Est (da 224 a 219) e al Centro (da 204 a 176) e incrementi al Sud (da 224 a 235) e nelle Isole (da 78 a 84). Le regioni che presentano i maggiori aumenti sono Friuli Venezia Giulia (+15), Abruzzo (+13), Campania e Umbria (+6 ciascuna), mentre i cali più consistenti sono quelli rilevati in Toscana (-22), Piemonte (-13), Marche (-11) e Veneto (-10).
Al 30 novembre di quest'anno risultano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). Nel periodo gennaio-novembre 2022 gli incidenti plurimi erano stati 18 per un totale di 44 decessi, 42 dei quali stradali.