PHOTO
L’ultima vittima sul lavoro in Italia è un marittimo di 60 anni originario di Martinsicuro, provincia di Teramo. L’uomo è morto annegato intorno alle 4 di questa notte, dopo che il barchino su cui si trovava con un altro pescatore è affondato a 30 miglia al largo di San Benedetto del Tronto. I colleghi, dalla lampara, sono riusciti a recuperare solo uno dei pescatori finiti in mare. Sulla tragedia indaga la capitaneria di porto. Non sono ancora chiare le ragioni dell'affondamento della barca.
Flai Cgil: “Il lavoro uccide ancora. Inaccettabile”
“Siamo stanchi di assistere a giornate lavorative che si chiudono in ospedale o peggio. Un’altra tragedia inaccettabile – commenta Antonio Pucillo, capo dipartimento pesca Flai Cgil nazionale –. Il settore è privo del testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo 81/08) ormai da troppi anni. Tutte le nostre sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Così come è rimasta inascoltata la nostra richiesta di riconoscere questo mestiere tra quelli usuranti, anche per agevolare l’uscita dal lavoro prima di quanto non prevedano oggi le norme. Diamo solidarietà alla famiglia del lavoratore scomparso. La sicurezza di chi lavora deve essere una priorità”.
“Un fatto drammatico che lascia sgomenti – aggiunge Daniele Lanni, segretario generale della Flai Cgil della provincia di Ascoli Piceno –. In primo luogo ci preme mandare le nostre condoglianze alla famiglia e a tutti i cari del pescatore scomparso. La Cgil è a disposizione per qualsiasi tipo di aiuto o necessità. Non è giusto, non è pensabile uscire per andare a lavorare e non fare ritorno a casa”.
“Il marinaio è un mestiere traditore, come ci ricorda la famosa poesia di Bice Piacentini, ed è proprio per questo che sulla sicurezza non si può mai abbassare la guardia – sottolinea Lanni –. Sono in corso le opportune verifiche per comprendere la dinamica di questa tragedia, ma di una cosa siamo certi: c’è da fare di più in tema di sicurezza per non dover trovarsi a piangere altri morti sul lavoro”. La Flai Cgil sarà in piazza contro un decreto Sicurezza che non dà sicurezza a chi per vivere deve lavorare, anzi ne peggiora l’esistenza.