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“È stata trovata una soluzione che attenua l’impatto sociale”. Questo il commento della Fillea Cgil all’accordo sulla cassa integrazione che è stato raggiunto mercoledì 19 aprile alla Angiolo Rosselli di Empoli, storica azienda di fiammiferi (fu fondata nel 1853 per la produzione di Minerva e Svedesi), ora anche di accessori da cucina in legno, articoli per party e stuzzicadenti (la nota marca Kimono).
La vertenza si era aperta agli inizi di marzo, con la dichiarazione aziendale di voler procedere a nove esuberi (su 19 dipendenti complessivi). “La procedura di licenziamento collettivo – aveva spiegato la società – riguarda il ramo dei fiammiferi che ha avuto un calo di fatturato talmente importante che, se tenuto in piedi, rischia di portare in acque difficili tutta l'azienda”.
Una decisione avversata dalla Fillea, che aveva denunciato l’esternalizzazione della produzione di fiammiferi e stuzzicadenti (ma la Angiolo Rosselli ne manterrà la commercializzazione). “Una scelta sbagliata, grave e dalle conseguenze inaccettabili”, l’aveva definita il segretario generale territoriale Marco Carletti, chiedendo all’azienda “di tornare sui propri passi: ci sono tante strade da battere, a partire dagli ammortizzatori sociali”.
L’intesa
Mercoledì 19 aprile, presso la sede della Regione Toscana, è stato dunque raggiunto un accordo tra istituzioni, azienda e Fillea Cgil per la concessione della cassa integrazione per cessazione di attività. La Regione, inoltre, si è impegnata all’attivazione di un percorso di formazione, riqualificazione e ricollocazione dei nove lavoratori attraverso il Centro per l'impiego di Empoli.
“Insieme, con l’apertura dell’azienda e grazie al supporto attivo dell’unità di crisi della Regione, è stata trovata una soluzione che attenua l’impatto sociale”, ha commentato la categoria sindacale. I lavoratori saranno “coperti” dalla cassa fino al 19 aprile 2024.
“Una trattativa non facile, ma finalmente è stato trovato un accordo”, conclude il segretario Carletti: “Oggi i lavoratori non sono più licenziati, alla fine del percorso di 12 mesi avranno l'opportunità di essere riqualificati e ricollocati. Siamo rammaricati dalla scelta dell'azienda, ma è sicuramente una soluzione che riduce l'impatto sociale”.